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Words And Actions – Life Of Farewell (Autoprodotto, 2011)

Se si escludono le produzioni di Larva o di Corpo Parassita era da tempo immemore che non recensivo un gruppo di Alessandria. Darkwave, coldwave o witch-house come la chiamano ora, tastiere e voce che recitano come attori principali, un ritorno agli anni Ottanta che ormai sono stati canonizzati fino in fondo tanto come i Sessanta e i Settanta, ma in tempi in cui Simon Reynolds si lancia nella stampa di un libro intitolato Retromania il tutto appare parecchio significativo.

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Pulseprogramming – Charade Is Gold (Audraglint, 2011)

Ci eravamo lasciati otto anni fa con i Pulseprogramming: e chi si sarebbe immaginato fossero mai tornati. Sodapop nel suo originario e affezionatissimo layout "statico" li aveva già incensati: era il periodo dell'indietronica (quando ancora non suonava proprio una parolaccia), sonorità in grado di unire placidi beat a suoni glitch (pop) senza mai perdere di vista la forma canzone. Tulsa For One Second fu particolarmente apprezzato su queste pagine virtuali, magari un gradino sotto le incredibili uscite di quegli anni, penso ai vari Dntel o agli Hood di Cold House, fino ad arrivare al Give Up dei Postal Service, disco ormai sdoganato anni dopo persino dai manager quale "miglior ascolto per rilassarsi in auto, mentre siete in coda a Milano" (giuro: l'ho letto su una rivista patinata tipo Class o Mean's Healt in un qualche studio medico): meglio del ginseng e passiflora, altro che musicoterapia!

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Rospi In Libertà – 12-21/08/11 Rocca Dei Tempesta (Noale – VE)

Estate non densissima di concerti questa, almeno per noi. Un po’ di vacanze, dai… Certo, qualcosa si è visto, ma alla fine erano quasi tutti nomi già noti e quasi tutte conferme. Lucertulas e Squadra Omega (visti rispettivamente a Trebaseleghe per Cocomeri Sonori e a Verona per il Malalido) si esibiscono su standard ormai acquisiti e a livelli pazzeschi, menter non ci riesce di dare un giudizio sugli Zu 2.0, una volta a causa dell’inascoltabilità del concerto al Neverland, l’altra l’assenza del batterista designato Balázs Pándi (sempre a Cocomeri Sonori) e sostituito da Antonio Zitarelli dei Mombu: bel concerto ma appunto inutile per trarre auspici sul del futuro del gruppo. Dedichiamo qualche parola in più quindi a Rospi in Libertà, festival che si spalma sul secondo e terzo weekend di agosto, dove abbiamo modo di trarre qualche impressione utile dall’esibizione di gruppi che c’interessano.

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L’Ultimo Disco Dei Mohicani, intervista a Maurizio Blatto

Una varia umanità che spazza via qualsiasi noiosa "pippa" da appassionati di musica. La negazione assoluta di qualsiasi nozionismo musicale fatto apposta per escludere i non unti. Una girandola di personaggi tragicomici maledettamente reali: a metà strada tra una canzone di Jannacci e i fumetti di Alan Ford. Questi e decine di altri motivi rendono necessaria la lettura del primo libro di Maurizio Blatto, critico musicale di Rumore e negoziante di uno tra i più importanti negozi di dischi di Torino. Backdoor per l'appunto. Per leggerlo, non è necessario sapere quale accordatura usa Thurston Moore o di che segno zodiacale era Jerry Garcia: per godersi L'Ultimo Disco Dei Mohicani è sufficiente aver voglia di farsi quattro risate e, come in una striscia di Altan, non aver vergogna di mostrare le proprie deformità. Sia chiaro, non sto incensando né Moby Dick e nemmeno un tomo di Simon Reynolds, ma promuovo il diario di bordo di un navigante che annota una città in inevitabile cambiamento, ma che, nei ricordi e nei personaggi di chi narra, continua a pulsare un' italianità che non dovremmo mai dimenticare. Quella che il tempo ci sta togliendo.

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