Loobiecore, ovvero dell’essere un perdente di successo.

Mi sono sempre concentrato, forse un po’ morbosamente, su Lou Barlow. Non fraintendiamo, non sono ai livelli di D. Chapman e delle sue tragiche attenzioni verso John Lennon (Lou, non serve neanche dirlo, per indole ha sempre cercato di rifuggire da certi meccanismi tipici legati alla vita da rockstar). Il fatto è che ho apprezzato un po’ tutto quello che ha fatto, pure certa spazzatura targata Sentridoh o Folk Implosion perchè anche questa, comunque rappresentava sempre una porta in cui entravo ed intravedevo la sua vita immaginaria, qualche perla rara registrata in cucina tra i piatti da lavare, la sua camera zeppa di cose e la sua indeguatezza espressa in tutti modi: dietro le canzoni, dietro gli scarabocchi delle cover, dietro quegli occhialoni inguardabili da adolescente.

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Setting Sun – Be Here When You Get There (Young Love Records, 2013)

Setting Sun è un progetto che nasce dalla mente di Gary Levitt, con una lineup che ruota a seconda delle situazioni e degli spostamenti geografici del frontman. Originario di New York poi trasferitosi a San Francisco e Los Angeles, è tornato di nuovo nella Grande mela (a Brooklyn per la precisione) pronto a lanciare Be Here When You Get There, il suo quinto album. Un disco dove maturità, pop folk e indie rock convivono molto bene con brani guidati con mano sicura da semplici linee melodiche in cui prevalgono toni acustici e ballate folk (Seasons, Selfish Love e Dream Next Door) dal sapore agrodolce con una punta di malinconia.

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Six Organs Of Admittance – Ascent (Drag City, 2012)

Avevamo già scritto di Ben Chasny, mente dei prolifici (anche troppo dalla quantità di album in uscita: 13, disco più disco meno) Six Organs Of Admittance. La curiosità stavolta è data dal fatto che vengono convocati i grandi Comets On Fire (di cui Ben è chitarrista), impagabili nel fondere blues e hard rock con la carica, l’irruenza e la distorsione del punk del noise. Penso a quel capolavoro di Blue Cathedral, anche se qui  il paragone è più azzeccato se prendiamo il disco più “pulito” dei Comets, ossia Avatar. In Ascent, dopo vari excursus nella psichedelia acustica/ avant folk, i SOOA tornano ad origini hard rock supportati, dicevamo, dalla band citata sopra.

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