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Sebastiano Meloni/Adriano Orrù/Tony Oxley – Improvised Pieces For Trio (Big Round, 2010)

Nella mole di cd che riceviamo e che escono, purtroppo ho accumulato un po' di ritardo nel recensire questo lavoro che coinvolge due musicisti sardi e quel monumento vivente di Tony Oxley. Che ci crediate o no, ho accumulato del ritardo per il puro e semplice fatto che volevo ascoltare e recensire questo disco con tutto il tempo che richiede, e di tempo, trattandosi di un'opera di improvvisazione "colta" fra contemporanea e jazz, potete star pur certi che ne richiede a sufficienza.

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Vakki Plakkula – Babirussa Capibara (Le Arti Malandrine, 2009)

Altro cd ed altro supergruppo e porca troia piccoli musicofili del cazzo, non uso supergruppo a casaccio, mentre vi tenete la foto di John Zorn e di Marc Ribot sopra al letto oer farvi le seghe, quando passate dal primo assolo in tapping ad incorciare delle note con un sassofonista, tenete a mente che tanto in Italia come altrove è pieno zeppo di gente che viaggia su tre testicoli. Oltretutto parliamo di gente che vanta  collaborazioni che forse sarebbe ora di iniziare a ricordare, infatti dietro al nome Vakki Plakkula si nascondono Mirko Sabatini alla batteria e per lui menzionerò solo Carla Bozulich, Roy Paci, Trio Magneto, Gastronauti, Edoardo Maraffa ai sax ed che ha suonato con Nicola Guazzaloca, Tristan Honsinger, Cristiano Calcagnile, chiude Lullo Mosso al basso e voce per cui menzionerò Massimo Urbani, Antonello Salis, Han Bennink e Tim Berne.

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Crap – S/T (Megablomb, 2006)

Registrato ormai dieci anni fa, nel 1998, e rimasto nel cassetto fino al 2006, anno in cui è stato pubblicato da Megaplomb, questo disco è l'unica testimonianza discografica dell’esistenza di Crap, un quartetto formato da Helmut Cipriani (basso), Edoardo Ricci (sax), Jacopo Andreini (batteria) e Roy Paci (tromba) ed attivo tra il 1997 ed il 1999. Sono quattordici brani di un jazz energicamente free, suonato senza mezze misure, aggressivo e d'impatto e, cosa non di poco conto, sufficientemente vario: agli attacchi maggiormente "frontali" si contrappongono infatti aperture bandistiche, che in qualche modo possono rimandare agli Art Ensemble Of Chicago, sfumature jazz rock e anche momenti più rilassati e "melodici".

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