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Chris Brokaw – Gambler’s Ecstasy (Damnably, 2012)

Come accennato qualche recensione fa a proposito di Geoff Farina e altre vecchie glorie, la Damnably, in Europa, sta diventando una sorta di parco naturale, una riserva protetta dove nomi più o meno grossi e pionieri del passato del rock indipendente americano (inteso più come genere che come collocazione geografica) a cavallo tra il vecchio e il nuovo secolo, possano oggi trovare la giusta tranquillità per continuare a fare quello che loro riesce meglio, senza cadenze temporali precise e senza nessuna pretesa di reinventare qualcosa, rispetto magari ad altri progetti di più ampio richiamo a cui comunque gli stessi partecipano o continuano a partecipare.

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Smallgang – Trespasses (Damnably, 2011)

“Una delle band live più interessanti del panorama londinese!”…Non male direi come presentazione. Ma si sa che i comunicati stampa spesso tendono a puntare alto. Troppo? Punti di vista. Certo, l’album di debutto di questi quattro londoneers che vantano i complimenti di VIPs come Geoff Farina dei Karate e Dick Dale (sì. Lui. Mr. Misirlou) è decisamente suonato bene, voce profonda e slacker – basta sentire la title track -, pezzi che ricordano (neanche tanto vagamente) i Radiohead prima che diventassero un’entità indefinibile (leggisi ‘fino a OK Computer‘) – Cockpit, Arrows – e i Pavement Leaves – a dimostrazione, tutto sommato, della sicura eterogeneità dei riferimenti musicali dei fratelli Kobayashi, combo anglo-giapponese fondatore degli Smallgang e, nonostante ci siano tracce per me davvero degne di nota – Made In China, Like A Velvet Glove Cast In Iron -, chissà perchè il loro lavoro non riesce a trasmettermi più di tanto.

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Two Dollar Guitar + Chris Brokaw – 01/12/06 Milk Club (Genova)

Invecchiare non è il male. Galline, vischi maschio col fischio e senza raschio*, vino, amicizie e tutto quello in cui credi invecchiano. E migliorano. O si schiantano, col botto.
Sei anni fa eravamo tutti meno scafati, più innocenti, più pronti e reattivi. Oggi siamo una manica di snob malpresi che cercano sempre il male, in tutto.

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