My-Speaking-Shoes

My Speaking Shoes – Holy Stuff (Autoprodotto, 2012)

Ohhhhh. Bene. Con un paio di mesi di ritardo rispetto all’uscita, mi accingo a parlare del primo disco di una giovanissima
formazione nata in quel di Sassuolo. Ora, va premesso che normalmente sono molto scettica, pur rispettando tantissimo la scelta, quando si canta al femminile. Aggiungiamo (pluralis maiestatis) poi che sono tendenzialmente molto esterofila, per cui, sulla carta, l’album in questione partiva con dei punti handicap mica da ridere. Ma poi, a riprova del fatto che i proverbi hanno sempre ragione e “Don’t judge a book by its cover” – and neither an album! -, ad un primo ascolto si è risvegliato il mio ordine mentale che vede nella piramide della commozione positiva, subito dopo la frase “Nessuno mette Baby in un angolo” (citazione filmica prettamente femminile, se non riconosciuta, consiglio di indagare presso la prima fidanzata-amica-mamma-sorella che vi capita a tiro), il power rock un pò psichedelico bello tirato – tanto meglio se il tutto mi può ricordare i Motorpsycho (mio indice sicuro di alto gradimento) -. Incasinatissimo cappello che porta il discorso, come dicono i quattro protagonisti, “alla ciccia”: Holy Stuff è materiale che scotta, nel senso che accende, brucia e consuma.

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