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Beachwood Sparks – The Tarnished Gold (SubPop, 2012)

Da quasi tre lustri in circolazione i Beachwood Sparks sono tra i migliori, ai nostri tempi, nel riproporre una sonorità folk pop fortemente immersa nella West Coast anni ’60/’70. Dopo una lunghissima pausa, ritornano in questo assolato fine giugno 2012. Se il mondo girasse bene, sarebbero stati loro a dover essere consacrati all’epoca piuttosto che gli osannati Fleet Foxes o Bon Iver, con rispetto parlando per i due ultimi nomi. Un po’ freak, un po’ hippie attempati ma genuini e senza pericolose derive di hipsteria e hipsterismo da fine impero.

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Bowerbirds

The Bowerbirds – Hymns For A Dark Horse (Dead Oceans, 2008)

Che, da qualche parte, la quadratura del cerchio dovesse arrivare, era ovvio. Pacifico era che, per qualche folkster impazzito che si trasferisce prima a Parigi poi a Budapest (A Hawk And A Hacksaw) per impadronirsi delle tradizioni locali, o per qualche giovane virgulto blandamente interessato alle dinamiche mediterranee (Beirut) colte nella loro pura essenza melodica, ci sarebbe stata una rilettura del proprio canzoniere folk: proprio inteso come puramente Americano, scritto in quelle capanne di legno, a balloon frame, tra Appalachi e Blue Ridge Mountains, tra Mount Shasta e Mount Eerie.

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