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Nicola Di Croce – Fieldnotes (Oak, 2014)

“Geografia” è il termine intorno a cui ruota il progetto Walkingsoundtracks di Nicola Di Croce,  che di recente abbiamo visto all’opera con l’AIPS Collective. Tuttavia il concetto va inteso in maniera poco convenzionale, venendo riletto attraverso il suono, all’incrocio delle coordinate di spazio e tempo.  Detto questo, bisogna rilevare che Fieldnotes si distanzia anche dai lavori di molti compagni di strada, abbandonando il taglio antropologico a favore di una visione maggiormente poetica.

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K’An – Anima (Ōnyūdō, 2013)

È un esordio che lascia il segno quello del romano Paolo Bellipanni, ispirato e ricco di riferimenti ma non facilmente catalogabile. Il nome scelto, K’An, un esagramma Ching che significa “l’abissale”, ci dice qualcosa circa l’umore che pervade l’opera, ma ci dice molto anche sulla sua profondità e sul lavoro necessario per assemblarla, un lavoro di scavo interiore.

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Attilio Novellino – Through Glass (Valeot, 2012)

Attilio Novellino abbandona il monicker Un Vortice Di Bassa Pressione e si presenta col proprio nome per il suo secondo disco solista in uscita per Valeot, etichetta che dimostra anche qui di tenere sempre molto alto il livello delle sue uscite. Through Glass infatti è una vera e propria cavalcata tra colate di glitches in continuo crescendo e droni dal suono estatico e coinvolgente.

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Simon Balestrazzi: dagli albori industriali alla musica contemporanea

Per quanto introdurre uno come Simon Balestrazzi risulti superfluo, vi basti sapere che oltre ad essere una delle colonne portanti dei T.A.C. (Tomografia Assiale Computerizzata) ha suonato in Kirlian Kamera, Kino Glaz Deep Engine, Dream Weapon Ritual, ha fatto uscite a nome Candor Chasma, collaborato con Z’EV, Ikue Mori, Alessandro Olla e ha pubblicato su etichette che vanno dalla Silentes alla Boring Machines, dalla Old Europa Cafè alla Small Voices. Balestrazzi è stato uno di quelli che hanno dato il via a quella “gloriosa” ondata industriale e avant che negli anni ’80 ha dato lustro all’Italia come solo il primo circuito hardcore punk aveva saputo fare. Resta che questo parmigiano, come molti degli eroi “estremi” della prima ora, si pensi solo a Teardo e Bernocchi fra gli italiani e a gente come Asmus Teitchens, Z’EV, Throbbing Gristle stessi per gli stranieri, non si è mai fermato troppo all’interno del circuito industriale che anzi sembrava (e sembra stargli) piuttosto stretto, tanto che negli ultimi anni della sua produzione sembra essersi concentrato maggiormente sulla musica contemporanea e questo senza perdere di vista i suoi vecchi amori tanto che Candor Chasma (progetto condiviso con Corrado Altieri dei Monosonik, Uncodified e quel TH26 che aveva collaborato con Maurizio Bianchi), appena uscito su Old Europa Cafè, lo conferma platealmente. Un bel giretto sulla sua discografia riportata da discogs potrebbe fugare ogni dubbio sul fatto che si tratti di un vero e proprio cavallo di razza.

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