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Mombu – Zombi (Subsound, 2012)

Non si tratta del nuovo lavoro dei Mombu, bensì dell’edizione vinilica (con accluso CD) dell’album dello scorso anno, opportunamente rivisto per quel che riguarda mixaggio e masterizzazione e rivestito con una copertina che riproduce a colori invertiti quella d’esordio, riconfermando purtroppo l’odioso font che rende quasi indecifrabili i titoli. Oltre a questo, ci sono quattro novità: sparisce l’intro e arriva un brano nuovo, mentre due vengono arricchiti dalla presenza di ospiti.

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Luca Collepiccolo: da Blast a Blow Up magazine, il Lester Bangs capitolino?

Non ho mai amato l'idea di critica musicale e nonostante lo menzioni nel titolo, Lester Bangs mi mette tristezza, la pseudo sociologia di Simon Reynolds mi annoia ancora di più, per non parlare dei suoi epigoni dell'ultima ora che passano da ascoltare i Bluvertigo (… e in questo non ci sarebbe nulla di male), a "trovarsi" esperti di musica indipendente o addirittura di avanguardia dopo cinque minuti, ma in fin dei conti questa è la patria dei "tuttologi", il paese in cui tutti siamo più furbi e genericamente "più meglio" degli altri. Nonostante questo, capisco l'utilità delle riviste, della critica (di quella un po' meno) ed nonostante uno poi diventi un rompi coglioni come il sottoscritto, nessuno è "nato imparato" e quindi è normale che i più giovani e i "non addetti al settore" cerchino qualcuno che li accompagni e li orienti. C'è stato un tempo in cui da sbarbatello sono stato un avido lettore di riviste e c'è stata qualche "penna" che mi ha influenzato nel comprare dischi e nello sperimentare gruppi nuovi, Luca Collepiccolo è una di queste.

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psss

Psss Psss Psss – S/T (Pezzente Produzioni, 2008)

Il gruppo in questione (è un gruppo?) ha suonato quest'anno al Tago fest ma me lo sono perso, in realtà più che un gruppo credo che sia Malagnino (boss e gran capo della Pezzente produzioni) che a modo suo dirige un manipolo di musicisti che varia a seconda dell'occasione e delle necessità. In quest'occasione, fra i vari musicisti che si nascondono dietro al nome Psss Psss Psss, non posso fare a meno di notare Pino Montecalvo dei Bz Bz Ueu che qualcuno ricorderà per un mini cd prodotto da Wallace e che io invece voglio ricordare per essere uno dei pochi gruppi che faceva free jazz-core quando in Italia non esistevano gli Zu, il loro cd si trovava nelle distro punk dei centri sociali e esistevano ancora le mezze stagioni.

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