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Ivan Iusco: Minus Habens o Homo Superior?

Questo è uno di quei personaggi che ho cercato di odiare con tutto me stesso, anima e corpo. Mi ha tenuto appeso a quest'intervista per oltre sei mesi. Mi sono ridotto che quando lo vedevo comparire on-line su facebook iniziavo a lanciargli una sfilza di insulti e imprecazioni in barese solo per attirare la sua attenzione. Ma come fai a voler male ad uno con una faccia così? Sembra il classico bravo ragazzo della porta accanto. La verità è che Ivan Iusco ha fatto tantissimo per la musica indipendente italiana, in un certo senso, per motivi di longevità lavorativa più di chiunque altro. Mentore della Minus Habens, senza ombra di dubbio la prima vera etichetta radicale del nostro paese, Ivan Iusco oggi è ancora in pista.

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Owls – The Night Stays (Rare Noise, 2011)

In genere il catalogo Rare Noise non incontra i miei gusti, anche in quei casi dove non posso che riconoscere la qualità dei prodotti. Così, quando mi è capitato fra le mani il disco degli Owls, ho pensato subito al peggio: la voce calda e antica di Tony Wakeman (Sol Invictus e già nei Death In June) combinata coi freddi beat elettronici di Eraldo Bernocchi e Lorenzo Esposito Fornasari. Faccio ammenda: il disco è eccellente e cospargendomi il capo di cenere passo a parlarvene.

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Black Engine – Ku Klux Klowns (Wallace, 2007)

Un basso limaccioso come il design di un Humvee, i loop di una risonanza magnetica, la chitarra di un Jeff Hanneman uscito dal conservatorio e il sax di Bill Pullman in Lost Highway. Agitare prima dell'uso e spruzzare direttamente nelle orecchie del vostro vicino di casa. La macchina dell'odio striscia fuori dal pianerottolo, permeando pareti e tromba delle scale con un buio caldo e febbricitante. Senza scampo.

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Duozero – Esperanto (Small Voices, 2006)

Strano il potere dell’autosuggestione: forse quanto sto per scrivere è dettato dal fatto che per una stramba associazione leggere che fra i credits del disco compaia Zamboni mi ha fatto pensare a Ferretti. Beh, fatto sta che a tratti, ascoltando questo disco ho pensato ad un po’ di elettronica bella di qualche tempo fa ed a C.o.d.e.x. siglato Giovanni Lindo Ferretti, ma che in realtà dal punto di vista musicale va attribuito quasi per intero al signor Eraldo Bernocchi.

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