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Renato Cantini – Neverwhere (Even, 2010)

Krishna sia lodato, non solo per i dolcetti gratis ai concerti degli Shelter di tanti anni fa ma anche perché lui o qualcuno per lui ha fatto sì che oltre alle tonnellate di immondizia pseudo-pop indie di quart'ordine, musica alternativa italiana mal fatta e metal cross-over che manco alla recita della scuola, ogni tanto riceviamo qualche bel disco da perfetti sconosciuti. Renato Cantini forse non vi stravolgerà la vita e per di più è immerso fino alla punta dei capelli nel jazz, ma ce ne fossero.

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Luca Olivieri – La Quarta Dimensione (Autoprodotto, 2008)

Buffo, prima nulla e poi due dischi con il taglio di una colonna sonora in pochissimo tempo, quindi dopo l’ottimo lavoro di Ramaglia ecco il disco di Luca Olivieri che, dalle note interne, scopro esser registrato ad Acqui. Il conterraneo degli Yo Yo Mundi a differenza di Ramaglia propone poca “musica classica” e più musica da film italiano anni Ottanta e quindi con alti e bassi, probabilmente è filmica senza volerlo essere, ma questo non lo saprò mai perché come avrete capito non leggo i fogli allegati ai dischi perché sostanzialmente sono inutili (a meno che non si parli di gente che intona i termosifoni o si collega i microfoni a contatto i lobi delle orecchie per fare qualcosa che abbia un senso).

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