Graveyard-Lights-Out

Graveyard – Lights Out (Nuclear Blast/Stranded, 2012)

Al culmine della ripresa delle sonorità tipiche degli anni settanta, la Svezia come sempre detta legge e i Graveyard hanno un ruolo di punta, conquistato col sudore hard rock di Hisingen Blues e le atmosfere più “studiate” e sì, si potrebbe spendere anche l’aggettivo mature, di Light’s Out. Due facce per descrivere una band perfettamente consapevole delle proprie capacità e dei limiti che possono derivare dal genere proposto, e per questo molto attenta ad evitare facili trucchi o scorciatoie da dilettanti prostrati davanti al rivisitato tempio del Rock.

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Paolo Cantù: soltanto io, da solo.

Paolo Cantù si è fatto le ossa in seminali gruppi dell’industrial italiano all’inizio degli anni ’80, ha suonato la chitarra nella primissima formazione degli Afterhours, è stato parte di un gruppo fondamentale per la musica sperimentale come A Short Apnea, ha militato in Six Minute War Madness, Uncode Duello, EAReNOW e in un’infinità di altri progetti, di cui ci siamo spesso occupati. Chiusi tutti i precedenti capitoli, quest’anno la sua storia è ripartita con un nuovo nome, Makhno, e un album, registrato in quasi completa solitudine, che è da annoverare fra le cose migliori uscite nel 2012: Silo Thinking è un’opera intensa e complessa, diretta ma non facile da circoscrivere in tutte le sue molteplici diramazioni. Abbiamo voluto saperne di più e, già che c’eravamo, ne abbiamo approfittato per ripercorrere le tappe della sua carriera.

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