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Dubby Dub – Rocknroll Head (Alka, 2011)

 Una testosteronica boy band ferrarese meno muscolare e più dialettica di quanto non sembri ad un primo ascolto, questo sono i Dubby Dub. La fa da padrone una percussione compulsiva stile Vinnie Signorelli e una chitarra circolare come una gara di motoscafi. Lo ammetto, ero pronto a stroncarli solo perché mi son svegliato di cattivo umore, ma invece, non riesco a trattenere una malcelata simpatia per questi ragazzoni cresciuti a piadine di catrame sotto la statua del Savonarola.

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Black Elk – Always A Six Never A Nine (Crucial Blast, 2008)

Esterefatto. Credo che lo stupore totale sia quanto di più vero riesca a manifestare di fronte ad un disco così. Ai tempi di The Temple Of The Morning Star dei Today is The Day credetti che se Steve Austin fosse stato un uomo di maggior spirito anzichè solo virtù e stomaco forse sarebbe diventato realmente il Jim O' Rourke dell'apocalisse piuttosto che restare nella propria isola (felice) di ghiaia e granate esplose. I Black Elk di Portland invece saltano il fosso, lo fanno perché sono lungimiranti, intelligenti, carichi di mercurio, un pugno di psicopatici dal quoziente intellettivo nettamente sopra la media.

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