Paolo Cantù: soltanto io, da solo.

Paolo Cantù si è fatto le ossa in seminali gruppi dell’industrial italiano all’inizio degli anni ’80, ha suonato la chitarra nella primissima formazione degli Afterhours, è stato parte di un gruppo fondamentale per la musica sperimentale come A Short Apnea, ha militato in Six Minute War Madness, Uncode Duello, EAReNOW e in un’infinità di altri progetti, di cui ci siamo spesso occupati. Chiusi tutti i precedenti capitoli, quest’anno la sua storia è ripartita con un nuovo nome, Makhno, e un album, registrato in quasi completa solitudine, che è da annoverare fra le cose migliori uscite nel 2012: Silo Thinking è un’opera intensa e complessa, diretta ma non facile da circoscrivere in tutte le sue molteplici diramazioni. Abbiamo voluto saperne di più e, già che c’eravamo, ne abbiamo approfittato per ripercorrere le tappe della sua carriera.

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Blastula – Scarnoduo (Amirani, 2010)

Giusto per mettere le cose subito in chiaro, diciamo che per quel che mi riguarda parlando di questo disco siamo di fronte ad un vero e proprio capolavoro. I Blastula in realtà sono la cantante, performer e scrittrice Monica Demuru alla voce e quel Cristiano Calcagnile che oltre ad essere un jazzista stimato ha suonato e suona Anthony Braxton, Cristina Donà, Uncode Duello ed una riga infinita di altri musicisti. Batteria e percussioni assortite (e Calcagnile sfodera un arsenale di suoni a dir poco infinito) e voce, al più qualche altro inserto (armonica a bocca ad esempio), registrazione e produzione splendide e null'altro che serva.

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