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Toilet Door n.5 – Black Music For White People

Se non riconoscete più le vostre radici, se non riuscite più a far germogliare le piantine sul terrazzo, se i parassiti affliggono i vostri vasi come proci sotto lo zerbino: Toilet Door è il prodotto che fa per voi! Nella fragranza “Black Music For White People”, Toilet Door, monouso, deodora gli ambienti e li rende asettici a qualsiasi agente estraneo. Anche clandestino. Lasciatevi accompagnare da Bobby Soul e i suoi amici: Toilet Door anche stavolta vi imbarcherà per un’ora nelle sonorità più trasversali ed equivoche dell’anno. Burzum, OvO, Lydia Lunch, Father Murphy e molti altri amici vi rassicureranno nonostante i tempi bui. Ma che dico bui, neri! Black Music For White People: flirtate con l’indicibile!

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Il Conte è tornato, intervista a Varg Vikernes

Ebbene sì, lui. Il vostro incubo peggiore, il Freddy Krueger dei microsolchi, Varg Vikernes, il celeberrimo one-man-band di Burzum è tornato. All'indomani del nuovo Fallen, secondo album del ciclo chiamiamolo post-carcerario, siamo riusciti a contattarlo via mail: per sua stessa ammissione, l'unico modo per "parlare" direttamente con lui. Va sottolineato che, a dispetto del carattere schivo e introspettivo, la sua disponibilità per questa intervista è stata fulminea ed estremamente cortese. Non credo sia necessario ripercorrere le tappe fondamentali del percorso umano e professionale di Varg Vikernes: a chi volesse avere un primo approccio con l'estremismo musicale (ma non solo) norvegese consigliamo piuttosto Lord Of Chaos (Tsunami edizioni), finalmente tradotto in italiano ad un decennio dalla sua uscita. Per il resto, direi che questa intervista si commenta da sola: certo, ora come ora, gli rivolgeremmo volentieri mille altre domande, ma ci sembra di esserci tolti la maggior parte delle soddisfazioni. Ad ogni modo, se avete quesiti da porgli, potete scrivergli: vi risponderà sicuramente.

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Burzum – Fallen (Byelobog, 2011)

 Quanto ci sarebbe da dire su ogni nuovo lavoro di Burzum. Nel 2011, dopo sedici anni di prigione ed un riuscitissimo rientro (Belus), il conte Varg, su cui si sono scritti e si continuano a scrivere fiumi di parole, rientra con un nuovo splendido lavoro. Chiariamo subito che, nonostante le concessioni melodiche, l’integrità musicale e spirituale (!!!) del "reggente dell'oscuro trono di Norvegia" non si è spostata di una virgola da ciò che si aspettano gli innumerevoli adepti. Siamo quindi lontani dalla modernità e dall'inventiva di Leviathan, Twilight e Xasthur, per citare le avanguardie più interessanti del black metal odierno.

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Danneggiato Delights Novembre 2011

Non mi piace il dubstep. E' il suono della conservazione, una gratificante e consolatoria esaltazione da potenza e superomismo onanistico. Ti circuisce con i suoi megabassi vibranti, come sgasare su una grossa moto rombante o su un ottuso suv tirato a lucido. Ma è solo un'illusione di potenza, come quella che ci seduce in un film di fantascienza di qualche supereroe dark, il film finisce e noi torniamo ad essere niente. Su quei bassi ipertrofici ci sta tutto, ma tutto è ridotto ad orpello, citazione, simulacro. Nel dubstep il mondo reale è un nemico, ma noi lo sfidiamo a cavallo dei vermoni giganti e per mezz'ora ci sentiamo malinconici eroi.

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