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Lee Ranaldo – 22/06/13 Castello Scaligero (Valeggio Sul Mincio – VR)

Dopo una stagione che, nella storica sede di Villa Zamboni, ha messo in fila diversi bei nomi, l’associazione Humus si trasferisce al castello che domina le colline e l’alto corso del Mincio per il concerto dell’ex Sonic Youth (ammesso che la band sia effettivamente sciolta) Lee Ranaldo. Location suggestiva, benedetta da un venticello fresco e da un cielo stellato che fanno da contorno a una serata che si annuncia davvero piacevole. Quello che avremo sarà invece molto di più.

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Cursive + Green Like July – 19/05/12 Twiggy Club (Varese)

‘I sogni son desideri di felicitààà…’ e con un maggio che pare – oggettivamente dal punto di vista meteo e soggettivamente a livello emotivo -, novembre ci stava proprio un live sentito e sognato da tempo come quello dei Cursive. A cinque minuti da dove vivo, poi, è stata solo la tanto decantata ciliegina sulla torta. Dodici anni, tanto conta il tempo sulla polvere della copertina di Domestica, il masterpiece concept album (almeno per la sottoscritta, ma so di essere spalleggiata di brutto) di quei tizi che, solo perchè vengono dal Nebraska che sembra un posto incredibilmente inculato e che fa un pò ‘mi sono dovuto fare un mazzo tanto per emergere, almeno il doppio di qualsiasi band di New York o Washington DC’ – ok, non vale per Bright Eyes forse…-, stanno simpatici già per principio.

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Life Without Buildings – Live At The Annandale Hotel (Gargle Blast, 2007)

Non credo di scomodare dio quasi mai quando ascolto musica. Ma ogni tanto da quel suo fantastico trono tra i cori degli angeli va proprio fatto alzare. Più volte ho lasciato messaggi nel webspazio, dove, si sa, dio risponde a mezzo dei nerd, chiedendo il perchè dell'averci privato troppo presto di un gruppo di questa indubbie qualità. Muoiano tutti i filistei che glorificano insulse e pretestuose, nonchè presuntuose, nullità quali nuove leve dell'indie rock internazionale. L'indie rock è morto. Perchè l'hai voluto, dio? Ma non è morto col secondo disco dei Weezer, con Lou Barlow che lascia i Dinosaur Jr, con la Sonic Youth Records o con i Superchunk prodotti da Jim O'Rourke, con Juliana Hatfield alle prese con l'anoressia o Evan Dando alle prese con se stesso. L'indierock è morto con il primo disco dei Life Without Buildings.

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Karin – I’ve Tried With Sport But It’s Not My cup Of Tea (Autoprodotto, 2006)

Un amico un pò di tempo fa sosteneva di non riuscire ad ascoltare la musica di gente che sul piano personale considerava degli stronzi. Insomma il rapporto personale e il prodotto musicale non possono essere due cose fra loro scindibili. Io all'epoca espressi le mie riserve su questa massima, anche se devo riconoscere che a volte la voglia di dargli ragione era tanta. Il discorso sicuramente non si può ribaltare però: e le persone più adorabili che possiate conoscere a volte possono fare letteralmente cagare, musicalmente parlando. Nienta paura, non è questo il caso dei Karin. Il gruppo, proveniente da Fontevivo (PR), ha dalla sua una cura particolare, quasi maniacale del suo prodotto, con una copertina e un titolo che colpiscono l'ascoltatore che, di un certo tipo di musica, ha fatto un'ossessione.

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