Album volutamente inciso in presa diretta senza magheggi di post produzione o correzioni varie. Insomma tutto come una volta per rimanere nello spirito “primitivo” e sanguigno dell’intero progetto chè è si contemporaneo nella forma, ma si affaccia al passato più remoto e psichedelico in intenti e soluzioni. Tornano alla memoria tanto i Soundgarden quanto i…
A me queste cose commuovono, c’è poco da fare. Vedere uno dei tuoi eroi di gioventù arrivare su un van nella periferia di una delle nostre città in un giorno di metà settimana, salire sul palco, consumarsi le dita e sgolarsi per un’ora e poi scendere ad attaccare discorso coi presenti prima di infilarsi dietro…
Al culmine della ripresa delle sonorità tipiche degli anni settanta, la Svezia come sempre detta legge e i Graveyard hanno un ruolo di punta, conquistato col sudore hard rock di Hisingen Blues e le atmosfere più “studiate” e sì, si potrebbe spendere anche l’aggettivo mature, di Light’s Out. Due facce per descrivere una band perfettamente consapevole delle proprie capacità e dei limiti che possono derivare dal genere proposto, e per questo molto attenta ad evitare facili trucchi o scorciatoie da dilettanti prostrati davanti al rivisitato tempio del Rock. …
Ohhhhh. Bene. Con un paio di mesi di ritardo rispetto all’uscita, mi accingo a parlare del primo disco di una giovanissima formazione nata in quel di Sassuolo. Ora, va premesso che normalmente sono molto scettica, pur rispettando tantissimo la scelta, quando si canta al femminile. Aggiungiamo (pluralis maiestatis) poi che sono tendenzialmente molto esterofila, per cui, sulla carta, l’album in questione partiva con dei punti handicap mica da ridere. Ma poi, a riprova del fatto che i proverbi hanno sempre ragione e “Don’t judge a book by its cover” – and neither an album! -, ad un primo ascolto si è risvegliato il mio ordine mentale che vede nella piramide della commozione positiva, subito dopo la frase “Nessuno mette Baby in un angolo” (citazione filmica prettamente femminile, se non riconosciuta, consiglio di indagare presso la prima fidanzata-amica-mamma-sorella che vi capita a tiro), il power rock un pò psichedelico bello tirato – tanto meglio se il tutto mi può ricordare i Motorpsycho (mio indice sicuro di alto gradimento) -. Incasinatissimo cappello che porta il discorso, come dicono i quattro protagonisti, “alla ciccia”: Holy Stuff è materiale che scotta, nel senso che accende, brucia e consuma. …