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Riul Doamnei – Apocryphal (Dead Sun, 2007)

Ci sono alcune caratteristiche nella musica di oggi assolutamente sorprendenti. Perché fino all’inizio degli anni novanta le band italiane di ispirazione straniera (quindi in ambito rock praticamente tutte) risultavano meschine copie di quelle straniere? Forse eravamo meno intelligenti, forse la comunicazione era più approssimativa, forse eravamo no-global sul serio e non lo sapevamo. Il quesito lo rimando altrove. Oggi. Oggi tra Riul Doamnei, Black Engine e Ufomammut+Lento c’è un filo conduttore che non è sicuramente caratterizzato dal genere musicale: le quattro band non sono più italiane. Sono esclusivamente ciò che fanno. Già, perché seppur con stili e passioni ben distinte, tutte interpretano magnificamente e in modo assolutamente originale ed individuale ciò in cui credono.

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Black Engine – Ku Klux Klowns (Wallace, 2007)

Un basso limaccioso come il design di un Humvee, i loop di una risonanza magnetica, la chitarra di un Jeff Hanneman uscito dal conservatorio e il sax di Bill Pullman in Lost Highway. Agitare prima dell'uso e spruzzare direttamente nelle orecchie del vostro vicino di casa. La macchina dell'odio striscia fuori dal pianerottolo, permeando pareti e tromba delle scale con un buio caldo e febbricitante. Senza scampo.

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