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Made In Mexico – Guerrilaton (Skin Graft, 2008)

C'è qualcuno, nel folto e preparato pubblico di Sodapop, che creda ancora in Babbo Natale? Poche mani vedo, bene. Alla Befana? Su le mani, forza! All'innocenza della nostra classe politica? Sempre pochi, bravi. Lasciamo perdere la verginità di molte spose. Ma in Weasel Walter? Chi crede ancora nel vate del noise demente, motore di molte delle produzioni uscite dall'armadietto chicagoano della Skin Graft? Nessuno immagino. E si che aveva voce in capitolo prima di diventare un fumetto di se stesso. Allora, se, per Natale o per festeggiare il genetliaco del vostro Flying Luttenbachers preferito, vi siete regalati una console ludica con annesso Guitar Hero II, sarete, sicuramente, già stati toccati dall'ipotesi che possa avere anche ragione.

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AIDS Wolf – Cities Of Glass (Skin Graft, 2008)

Reduci da uno split con Athletic Automaton, con i quali spartiscono una incompromissoria propensione all’attacco sonoro, gli AIDS Wolf, da Motreal, raggiungono con Cities Of Glass quota terzo album. Pubblica Skin Graft, indizio non trascurabile, visto il catalogo dell’etichetta, ricco di succose follie. Cosa troviamo in Cities Of Glass? Una frana di chitarre (due) e batterie (una) completamente votate alla destrutturazione e, naturalmente, alla distruzione, e sopra una voce urticante, a-melodica, al limite del sopportabile, delirante.

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The Chinese Stars – Listen To Your Left Brain (Three.One.G, 2007)

Mi sa che questa volta, il cervello se lo sono bevuto del tutto, i nostri beneamati Chinese Stars. Consigliano, dunque, di concentrarsi sulla parte analitica del nostro saper fare, quella che guida le capacità di conoscenza materiale dei processi logici del pensiero. Ma non erano tutti sudore e carnazza, poi? Nel pezzo su cui verte il giochino del titolo, Left Brain, dicono di non seguire nè la parte destra nè quella sinistra, ma solo il corpo, quando sei fuori il venerdì sera. E mi sa che è proprio lì il problema. Negli altri sei giorni, e il resto del venerdì è compreso, questi quattro manici di intelligenza si sono veramente seduti ad un tavolino e hanno preso la decisione di seguire la parte sinistra: come conseguenza delle analisi svolte in tal guisa hanno depennato le pulsazioni animali dalla loro musica. Che se andiamo a vedere era l'unica realmente pregna di significato tra le eredità dello scioglimento degli Arab On Radar.

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Athletic Automation – A Journey Through Roman’s Empire (Skin Graft, 2007)

Steve Mattos, chitarra, già con Arab On Radar, e Patrick Crump, batteria, formano insieme gli Athletic Automation, e questo A Journey Through Roman’s Empire è il loro secondo album. Il marchio Skin Graft dovrebbe essere di per se indicativo e fornire le coordinate principali entro cui i due si muovono: in una parola, noise. Essenzialmente strumentale in questo caso e anche carico di una certa dose di psichedelia, dove per psichedelia si intende la tendenza dei due alla ripetizione fino allo stordimento di riff ottundenti e claustrofobici, ipersaturi e sfigurati, compressi e caricati di effetti delay, sempre sull’orlo di un esplosione/implosione/collasso che non arriva mai.

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