Donato Epiro: free(ak)-folk, neo-psichedelia, ma non solo…

Cari ragazzuoli (pronunciato possibilmente con un marcato accento emiliano), appena dopo aver ascoltato Orange Canyon di Skullflower (a cui va reso merito di esser sempre un gran signore), passo al disco su Stunned di questo ragazzo pugliese e pur trattandosi di modi diversi di fare musica freak, la qualità non si abbassa, si rimane sempre a livelli non comuni, tant'è che quest'anno il nostro "paisà" era fra gli ospiti del Kraak festival, visto che altrove spesso apprezzano certe cose molto più che non in casa, ma fin qui nulla di nuovo.

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Sil Muir – S/T (Diophantine Discs, 2009)

Sil Muir è progetto iper-concettuale ad ancoraggio prettamente ambient (se questa parola ha ancora un significato oggi) dove Andrea "Ics" Ferraris e Andrea Marutti srotolano il trascorrere del tempo, inteso come susseguirsi di stagioni ed epoche in un' unica grande catalessi droonica senza inizio e senza fine. Lo schietto ed elegante artwork così come le altrettanto asciugate note rimandano ad un "black" di intenti che però a mio giudizio rimane sospeso. In bilico.

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Ur – Trieb (Topheth Prophet, 2008)

Trieb in tedesco vuol dire impulso, ma la parola ricorda anche l'inglese tribe, ed entrambi i termini sono utili per descrivere due degli aspetti che la musica degli Ur trasmette: un inarrestabile impulso primordiale muove infatti il magma sonoro, misto di industrial/noise e psichedelia kraut, a formare un mantra sciamanico ipnotico e arcaico. Non si può dire certo che questa sia musica facile o leggera, ma di certo non lascia indifferenti e ha il pregio di cogliere qualcosa di vero, di antico e di scuro che riesce a trovare nel fondo dell'animo (almeno del mio).

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Hall Of Mirrors – Reflections On Black (Silentes, 2007)

Credo che sia la prima volta che su Sodapop venga recensito un lavoro di Andrea Marutti e/o di Giuseppe Verticchio, visto che non si tratta proprio di due sbarbatelli alle prime armi, direi che se già non li conosceste con i loro nomi di battesimo si tratta di gente anche nota come Nimh, Amon, Never Known. Per quanto la collaborazione Amon/Nimh sia ancora fresca di stampa, esce a ruota quest’altro progetto intitolato Hall Of Mirrors e che vede nuovamente all'opera il "dinamico duo" anche se in "abito" diverso. Differentemente da quanto ci si possa aspettare questo disco è molto diverso da Sator, non per nulla invece di usare i singoli moniker i due danno un nome vero e proprio al progetto. Dove il primo era più duro e monumentale, Reflection On black è più dilatato ed a tratti persino melodico.

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