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Noise Fall – Demo 2009 (Autoprodotto, 2009)

Non so se i Noise Fall vorrebbero ricordare più gli Screaming Trees, i Mudhoney o gli Alice In Chains, ma tant’è, l’area di riferimento è quella, il grunge, Seattle, eccetera. Buona la voce, anzi buonissima, cruda, completamente calata nella parte, un po’ meno i suoni delle chitarre, a tratti troppo gonfie e fredde per i miei gusti, che tendenzialmente sono portato ad apprezzare suoni più essenziali e asciutti quando si tratta di sei corde, chissà, con meno gain nel Boss Metal Zone sarebbero suonate più efficaci, certo è che anche l’uso del pinch negli assoli non mi mette di buonumore, Slash era si il mio chitarrista preferito, ma questo succedeva nel biennio 1988/89.

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Marc Urselli ovvero il fonico di John Zorn, Laurie Anderson, Lou Reed, Eric Clapton…

Negli ultimi anni è apparso con sempre maggiore evidenza quanto sia importane il ruolo del fonico per la riuscita di un buon disco, così anche i non addetti ai lavori pian piano hanno iniziato a riconoscere e ricordare i nomi di Steve Albini, Steve Austin, Bob Weston, Jim O'Rurke, Jack Endino (spesso anche in virtù della loro carriera parallela da musicisti). Anche in Italia due o tre nomi del panorama indipendente sono saltati fuori dal cilindro molto frequentemente, basti pensare a Fabio Magistrali, a David Lenci e recentemente a Giulio Favero (ed ovviamente in questa sede mi limiterò solo al panorama indipendente). In una nazione dove più di metà della popolazione è ben contenta di avere il governo che abbiamo ed in cui la fuga di cervelli è ormai all'ordine del giorno (anche il mio è scappato parecchio tempo fa e devo dire che la mia vita è migliorata di molto), accade che anche altri talenti prendano armi e bagagli e se ne vadano via così com'è successo anche a Marc.

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Moving Mountains – Pneuma (Deep Elm, 2008)

Ci sono quelli che detestano mettere riferimenti di altri gruppi nelle recensioni e quelli che per forza di cose li mettono sempre. Con i Moving Mountains – da Westchester, New York – non si sbaglia, anzi si può quasi citarli per plagio nei confronti degli Appleseed Cast (ascoltare 8105 o qualsiasi altra track a caso). Giuro che appena sentiti credevo che Pneuma, il loro debutto, fosse il degno successore di Peregrine o Two Conversations (Mare Vitalis lasciamolo come gemma a parte, che forse è meglio). Parte quindi in salita il disco, perchè certi suoni da un lato vengono con quasi una decina d'anni di ritardo, dall'altro perchè, eufemisticamente parlando, sono assai derivativi. Non a caso la band esce su Deep Elm.

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