Splintered Man – S/T (Slow Release, 2014)

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Gli Splintered Man sono Simon Kobayashi e Alex Carter, il primo dei due è attivo con gli Smallgang, su Damnably: questo nome dovrebbe già indirizzare verso un indie rock a forti tinte anni novanta ed in effetti è proprio così; di base a Londra come quasi tutte le band dell’etichetta inglese, il duo suona canzoni prevalentemente acustiche.  Capisco che buttata giù così non sembra proprio entusiasmante, ma non è semplice rilettura o plagio, le trame delle due acustiche tra gli arpeggi indolenti e la voce sul filo della stonatura funzionano: a me ricordano su tutti una versione più lineare di un certo David Grubbs mescolata a qualcosa dello Smog del medio periodo, ma in generale c’è della personalità nei pezzi che nella loro omogeneità scorrono bene con atmosfere sempre diverse. Non è una lagna insomma, le undici canzoni di questo primo disco sulla lunga distanza sono ben scritte e la finale You Corrupted Me con tanto di coda elettrica ne è un ottimo esempio, il migliore direi.