Sparkle In Grey – The Calendar (Grey Sparkle/Under My Bed/Old Bicycle/Lizard, 2014)

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Arrivo con una stagione di ritardo a parlare del nuovo lavoro degli Sparkle In Grey che pubblicano un disco a distanza di un solo anno dallo splendido quanto riottoso Thursday Evening. In realtà The Calendar è formato da materiale risalente al 2007 e ha vocazione prettamente acustica basandosi su chitarra classica, violino e viola sopra a cui ricamano, tra altri, sonorità elettroniche e field recordings, clarinetto, violoncello, piano e lama sonora. Siamo già in autunno, si diceva, e, senza farlo apposta, trovo che sia proprio questa la stagione ideale in cui ascoltare queste 13 tracce: una per ogni mese più una, un carillon stagionale che permette di trasferirsi mentalmente in una realtà strumentale che richiama quella rurale di tempi altri, dove tutto si muove e succede in maniera dilatata e i suoni sono più morbidi, soffici; i mesi estivi sono costellati da ritmi più vivaci e punteggiati da una dolce fisarmonica, quelli invernali sono preziosi e quieti e affidano alla parte elettronica quasi à la Lali Puna il senso del freddo ghiaccio che scintilla (la saltellante Gennaio, per esempio), mentre si ascolta un Ottobre che evoca la delicatezza di foglie che cedono il passo al vento e muoiono adagiandosi piano sul terreno. Segnalo anche Novembre, la mia preferita del disco, l’unica traccia cantata che invita a “spargere i semi della fantasia”.  Ogni traccia-mese corrisponde a una doppia pagina del ricco booklet: un bellissimo calendario perpetuo – ad opera di Matteo Uggeri che ha curato le illustrazioni e Gaia Margutti che si è occupata dei testi – che invita a riflettere di volta in volta sul protagonista mensile (un animale sempre diverso, uomo compreso) e su una sua qualità utile a migliorare ognuno di noi (la versione libro è anche un’uscita editoriale della neonata Gattolino). Certo è che mi rendo conto che sto agli Sparkle In Grey come una paperella al dottor Lorenz (ah! L’etologia!),ma mi pare di essere abbastanza obiettiva dicendo che, dopo aver ascoltato questo gran lavoro strumentale, mi sembra l’ora per questi ragazzi di pensare a una colonna sonora. Alcuni amici musicisti mi spiegavano quanto sia considerato un ‘punto di arrivo’, difficile e al contempo soddisfacente, creare ‘cornici musicali’ per storie a immagini, beh… che aspettate? Magari un film d’animazione? Magari disegnato da Matteo Uggeri? Magari ci avete già pensato? Magari non dovremo aspettare molto? Un’altra certezza che ho è il pensiero di aver visto pochi giorni fa Il Giovane Favoloso, film su Giacomo Leopardi musicato dal grandioso Apparat (al secolo Sacha Ring) ed essermi resa conto che, beh, il livello è altissimo in entrambi i casi. Sparkle di nome e di fatto.