Space Yantra – Space Yantra (Autoproduzione, 2024)

Space Yantra, album lasciato ad attendere e fermentare qualche mese prima di ascoltarlo, è l’omonimo progetto di Nadeshwari Joythimayananda ed Emanuele Milletti, aka Ysmai. Consigliatimi da Davide Cedolin ci immergono fin da subito in un suono bastardo e rimescolato, dove il mondo orientale è garbatamente mixato con suggestioni mediterranee, al servizio di una voce che a tratti potrebbe riaprire porte del passato e che a me ha ricordato anche Nina Miranda degi splendidi Smoke City. Il suono è aereo e globale nella miglior accezione del termine, sfiora vari mondi e quando centra il bersaglio è assolutamente irresistibile come nell’unione delle due voci in Ritualise your Roots, dove a fatica ci si trattiene da una danza e da un groove che vorremmo ancor più aggressivo e tumultuoso. In Ambrosial Mandala esce invece il lato più melodico, quasi svenevole verrebbe da dire, non fosse che l’equilibrio è gestito in maniera pressoché perfetta e l’ambrosia non straborda ma rimane a solleticarci labbra ed udito, groove assassino sottotraccia.
Il tradizionale Devi Kavacham (canto formato da 61 versi del testo induista Markandeya Purana e protezione del corpo del lettore, fors’anche dell’ascoltatore in questo caso) è espresso in maniera sinuosa e rigorosa, con lente movenze e passaggi linguistici fra hindu ed italiano, fragranze leggere ed arie che in certe movenze mi hanno ricordato gli estAsia di Stasi. I ritmi e le arie di Space Yantra sono letteralmente coinvolgenti e portatori di viaggio e di vento, in un’orbita lontana che non profuma di esotico stantio ma che ci porta mentalmente in altri stati ed in altri luoghi, guidati da suoni e da una voce assolutamente pura e gravida di energia.
Una splendida scoperta che si prospetta di portarci altri argomenti prossimamente, considerando un recente viaggio sudamericano con relativa collabrazione con la popolazione Noke Koi nella foresta amazzonica, per un’altra tappa di un viaggio che è un processo di apertura, musicale e mentale, potenzialmente senza confini, sospesa fra realtà, sogno ed esperienza.