Skullflower – The Black Iron That Fell From The Sky, To Dwell Within (Bear It Or Be It) (Nashazphone, 2017)

Una trilogia in vinile sull’oscurità dell’antico Egitto e sull’ombra da cui provengono i sogni più cupi poteva trovare pochi interpreti più adatti degli Skullflower: la formazione, ormai stabilmente composta da Matthew Bower e Samantha Davies, si propone di dar voce, nell’arco di tre dischi, a Set, Horus e al serpente Apep, divinità dotate ognuna di precisi attributi. Quella del primo, protagonista di questo lavoro e vorticosamente raffigurato in copertina, è proprio l’oscurità, ma Set è un dio complesso e per certi versi ambiguo, che presiede il caos e le tempeste, veglia sui deserti e protegge gli stranieri (quindi anche i due artisti alle prese con le musiche di una terra lontana); è l’assassino del fratello Osiride ma anche il difensore della barca solare durante il viaggio nelle ore notturne. Il contatto con lui viene stabilito la sera del solstizio d’inverno del 2016 e l’album è composto di getto. Nell’apparente uniformità di una musica dilatata e informe, nemmeno eccessivamente rumorosa (in linea con alcune tracce di Draconis e The Spiral Of Great Harm), gli Skullflower riescono a cogliere e rendere palesi diversi aspetti del dio: Blue Lidded Daughter Of Sunset, un raga vibrante e dissonante, sembra alludere alla parte più mistica, il drone spaziale e sinistramente psichedelico di Feral Alchemy apre un canale di comunicazione fra la terra e gli spazi siderali evocando il viaggiatore cosmico, la lunga The God That Licks Up The Blood Dew’d KalasFrom The Altar Of Set, che occupa l’intera seconda facciata, dà voce al lato più caotico dello spirito di Set, trasportandoci al centro di un deserto in tempesta dove ci giungono suoni lontani e indistinti. Se mai si dovesse risonorizzare Lucifer Rising di Kennet Anger non ci sarebbe che da chiedere, ma per ora The Black Iron That Fell From The Sky… ha un compito diverso, che assolve alla perfezione: farci compiere il primo passo in un mondo lontano sotto ogni punto di vista, dove i musicisti sono al tempo stesso  guide e medium di entità misteriose. Non abbiate paura, venite…