Simon Balestrazzi – Asymmetrical Warefare (Azoth, 2015)

Ultimamente più in forma che mai, Simon Balestrazzi decide anche di creare una propria etichetta per diffondere i suoi lavori e direi che inizia nel migliore dei modi con Asymmetrical Warefare: il primo numero del catalogo Azoth è infatti un disco notevole, al di là dei condivisibili intenti “politici” soprattutto per i risultati ottenuti.  I campioni presi dalle rivolte in Medio Oriente e la definizione del titolo riportata nel booklet danno il via a quattro brani intensi divisi tra suoni concreti, elettronica rarefatta, pulsioni industrial e vuoti: ne viene fuori un disco forte, assolutamente non banale, che mostra da un lato grandi qualità ma dall’altro le offre all’ascolto in modo semplice e genuino. Il fatto di non rendere il tutto pesante è la chiave di volta: ovviamente non c’è nessun riferimento esplicito o implicito alla provenienza dei campioni, ma è la musica che guida e tra una idea sonora e l’altra c’è il collante di una grande attenzione alla composizione e una idea del suono forte, potente ma contenuta. Un disco che fa tendere l’orecchio già dal primo ascolto e cresce regalando soddisfazioni.