Shrinebuilder – S/T (Neurot, 2009)

Non credo che ormai ci sia fra noi qualcuno di così ingenuo da aspettarsi da un supergruppo qualcosa più della consueta routine; è già molto che i vari componenti non si mettano d’impegno ad infangare le proprie carriere. Lo sludge all star team degli Shrinebuilder schiera Dale Crover (Melvins) alla batteria, Al Cisneros (Sleep, Om) al basso, Scott Kelly (Neurosis) a voce e chitarra, doppiato da Scott “Wino” Weinrich (Saint Vitus, Obsessed più svariati altri) ed è, manco a dirlo, la tipica montagna che partorisce il topolino. Immagino che non sia facile, per personalità del genere, scendere a compromessi, ma in questo caso un minimo sforzo di sintesi sarebbe stato gradito; invece, per non far torto a nessuno, i quattro sembrano essersi limitati a “montare” i vari pezzi che ciascuno ha portato da casa, illudendosi così di creare delle nuove canzoni. Invece, tanto per andare sul concreto, Solar Benediction è un ibrido fra i Saint Vitus (quando canta Wino) e i Neurosis (quando lo fa Kelly) che sta insieme con lo sputo, mentre la seconda parte di Pyramid Of The Moon è evidentemente lo scarto di qualche vecchio lavoro degli Om. Si distinguono, un quest’aria di innocuo estremismo musicale, le noiosissime sequenze strumentali piazzate qua e là all’interno dei pezzi; non sapendo bene a chi attribuirle, ne riterremo responsabili tutti i partecipanti. Per farla breve: siamo davanti a un Bignami del doom. L’appassionato non lo potrà disprezzare, ma neppure se ne farà nulla. Il neofita farebbe meglio a dare un’occhiata alle discografie dei musicisti e a cercare gli originali.