Cinque brani per l’esordio della band genovese più interessante nell’ambito della musica pesante: già dai primi concerti dal vivo il trio aveva impressionato e le registrazioni confermano in toto che il combo stoner/sludge ha tutte le carte in regola per superare agevolmente i confini italiani. Nei tre quarti d’ora di musica la ricetta musicale è quella del rock ’70 alla Black Sabbath commistionato con le influenze punk/hardcore di numi tutelari come Kyuss e Neurosis: voce rauca e potente, basso e batteria belli pieni, chitarrone in evidenza con una forte componente lisergica. Il vortice sonoro dei Sator è magnetico e non stanca, segno che stiamo ascoltando un disco che non cade nella mediocrità a cui purtroppo il genere ci abitua sempre più. Per quanto riguarda i formati potete scegliere: la nostrana Taxi Driver, oltre al digitale su bandcamp, dà alle stampe la cassetta e anche il vinile, copie limitate e molto curate nella qualità e nelle grafiche.