Sakee Sed – Alle Basi Della Roncola (Mousemen, 2010)

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Quelle contenute in Alle Basi Della Roncola, esordio dei Sakee Sed, sono canzoni da balera, o da saloon, suonate con "sentimento westernato". Viene infatti in mente il primissimo Bugo, quello dei dischi su Wallace e Bar La Muerte, riletto però in chiave country (ancora più country!). Quindi pianoforte, banjo, chitarre, ukulele, voci un po' stonate, cori. Nei brani più strutturati, Whisky & Coke per esempio, si può sentire qualche eco di Black Heart Procession, ma senza troppa malinconia e con molta approssimazione. I testi, nella maggior parte dei casi in italiano, sembrano molto in linea con le tematiche battute da Le Luci Della Centrale Elettrica o Il Pan Del Diavolo, con esiti altalenanti, ma che fan pensare che ci deve essere qualcosa nell’aria che respirano queste nuove leve di aspiranti cantautori (ma non so se cantautore è la parola esatta).
Vermouth And Baby sembra una rilettura moderna di Buscaglione. Happy Thomas, stavolta in inglese, uno spensierato country paesano. Walzer è un valzer, appunto. Cenami Il Cefalo uno swingante brano che mi ricorda i Violent Femmes. Dente Del Diavolo e Caffè Degli Artistici tornano dalle parti dei Black Heart Procession, proponendone una versione in (molto) bassa fedeltà. E così via. Ma è Uncachaca, completamente strumentale, che risuona del Moondog più sbilenco, il momento che più ho apprezzato dell'intero disco. Sinceramente, ad un primo ascolto, non è che ho fatto proprio i balzi per l'entusiasmo, però devo ammettere che, con un po' di fiducia e lasciando andare il cd in loop un certo numero di volte, alla fine l'ho trovato piacevole, ingenuo forse, ma con un suo senso e un'identità ben definita, e se ci pensate di questi tempi non è poco.