Saeko Killy – Dream In Dream (Tapete/ Bureau B, 2025)

Il secondo disco della produttrice e cantante giapponese Saeko Killy, Dream In Dream, ci trasporta immediatamente in un mondo dove il pop è trasfigurato. Sognante e psichedelico. Kaiju è una carezza dub, quasi una coccola da primo risveglio, mentre con il passare lo delle tracce si entra in un viaggio dove arie ‘80, candide arie giamaicane e sintetizzatori delineano l’elegante cifra stilistica di Saeko.
In alcuni frangenti torna alla mente l’approccio di Julie Campbell nei panni di LoneLady, anche se qui la tendenza drammatica e teatrale è molto più esposta, si senta ad esempio la brillante Melancholic. I brani di Dream in Dream sono avvolgenti, pervasivi e rintuzzati da sistemi percussivi che li legano direttamente alle nostre sinapsi. Jede Farbe, passaggio alla lingua teutonica, è la perfezione fra algidità e stile. Verve da virago, rintocchi thriller vertiginosi e l’idea che Saeko possa ormai fare di noi ciò che vuole. Non un cedimento, ma l’ipnosi subita da chi non riesce a distogliere lo sguardo. Vien voglia di ballare, schioccando le dita a tempo su una Slight Fever alla quale non manca nulla per diventare un singolo narcotico nella miglior fumeria d’oppio del quartiere. Non una caduta, un freno, niente, il disco di Saeko va avanti come un treno e risvegliandoci al finale ci chiediamo dove sia stata finora. Sarà imperativo recuperare Morphing Polaroids del 2023 e tener d’occhio eventuali passaggi in loco. Grazie Bureau B e Tapete per il bel regalo, grazie Saeko Killy, per averci definitivamente conquistati.