Sacrobosco – IXVXI (Trovarobato, 2023)

Sei mesi circa dopo l’uscita di IVXVI, prima parte di questo lavoro, Sacrobosco continua con il suo incedere fra l’elettronica ed una sorta di rituale trance d’ispirazione vegetale. Sono movimenti naturali, istintivi, come visionare al microscopio lo sbocciare di un germoglio od il seccare di una foglia. Biologia, tecnologia, una forte carica emotiva che è la cifra stilistica di Giacomo Giunchedi, per un percorso al quale va dedicata la giusta attenzione per non correre il rischio di percepirlo trasformato in musica da tappezzeria o da spot, cosa che non è ma con la quale condivide alcuni toni. Elettronica placida e peculiare, la seconda parte del lavoro, intitolata IXVXI continua sulla via già segnata avvolgendoci completamente in maniera quasi amniotica, facendo scomparire corpi e fronde per ritrovarci come molecole di energia in movimento. IXVXI va assorbito in questo modo, dedicando il giusto tempo a viaggiare fra ricordi e flash degli ultimi 40 anni, scarti nel futuro e la meraviglia davanti all’efficacia della semplicità.
Non sappiamo ancora dove vorrà andare ora Giacomo, se uscire dal bosco, se rimanere avvolto da questo tessuto notturno oppure se drammatizzare ancor più il suo percorso. Toccherà aspettare e lo faremo.