Roberto Laneri – Magister Perotinus versus the Jedi Masters (Black Sweat, 2024)

La voce si unisce al respiro, facendosi più grande, quasi staccandosi dal corpo per andare a permeare un mondo intero. È questa la prima impressione che si prova ascoltando i circoli vocali di Roberto Laneri, già negli storici Prima Materia. In questo nuovo disco, prodotto dalla benemerita Black Sweat di Dome e promosso dal sempre attento Nicola Giunta, ci si scioglie letteralmente, in un vibrare che è insieme meditativo e centralmente umano ed istintivo. Un intarsio di overtones che come in un caleidoscopio mischia in maniera regolare e ritmiche voci, traiettorie, simmetrie e livelli, creandone una musica celestiale. Dydimus Dream, il primo brano, risuona come un rito sciamanico ordito al riparo di una struttura in paglia, gli animali al cospetto e sotto una vallata intera che funge da cassa di risonanza. Il risultato è qualcosa di magico e toccante, che vibra dentro di noi. Il secondo brano è un vero e proprio scontro di culture fra la scuola di Nôtre Dame dalla quale uscì Pérotin alla fine del dodicesimo secolo ed il consiglio Jedi, luogo di incontro dei maestri nati tramite George Lucas. Difficile dire cosa succeda qui, in un quieto maelstrom dove le voci si rispondono respirando, andando a tessere via via i differenti strati del vortice. L’ambiente è oscuro ma quieto, si percepisce un Mediterraneo arcaico, vivo e magico.
Spostandoci in Grecia arriviamo ad Asclepeion, tempio di guarigione fisica e psichica. Musica circolare, che sembra prodotta dallo sfregamento di corde, superfici o materia, quasi un tornio magico dal quale sgorghi suono curativo.
We are floating in sounds, Sweat it Black!