Riccardo Ancona – Neuromanzie (Miniature, 2024)

Riccardo Ancona torna con 14 brucianti neuromanzie, brani lunghi al massimo un minuto creati tramite l’addestramento di algoritmi di sintesi di suono neurale, al quale è stato concessa la pesca in 30 minuti di suoni. Ad uscirne è un suono trasfigurato, che ha tanto a che fare con la composizione matematica, la casualità geniale e l’horror mutevole di The Thing o The Society. È infatti un risultato straniante e bestiale. Bestiale già, che l’istintivo dibattersi sembra essere quello di un nsuono non civilizzato, poco consono a sposarsi con melodia, armonia, appetibilità. è un suono che risente della plasticità e del colore dell’impianto, giocando a corrompere la plastica come alcuni esperimenti Tigerbeat anni addietro. Non c’è una linea fra la precedente produzione di Riccardo qui discussa (Miniata Synaxis) e questa: nulla è rimasto insieme, la linea è andata in frantumi lasciando schegge e parti di se abbandonate sul selciato, un suono libero, nervoso e ferino a spezzarne le estremità, un musicista al comando che sembra poter riformulare l’integrità del suono, distruggendolo quando necessario. Questo musicista è Riccardo Ancona e Neuromanzie è il suo ennesimo coup de theatre, tassello che riscopriremo costruendo negli anni un percorso che fin d’ora sembra formidabile