Quentin Rollet e Jerome Lorichon sono parti importanti della scena rock più obliqua francese grazie alla loro militanza in progetti che dovreste aver sentito (o che vi consigliamo fortemente di recuperare) come Purr, Berg Sans Nipple e Prohibition. Ma oltre a questo sono due musicisti che per anni hanno imperversato in un suono più o meno improvvisato e soerimentale, grazie al quale mettersi alla ascolto delle due parti del loro Planisphère è momento assai gradito e stimolante. Come pensavo potesse il tutto è un gran bel viaggio fra scenari impossibili, bolle e paesaggi, suoni concreti ed afflati ispirati. Elettronica, mistero, sassofono alto e sopranino in spire che riescono ad essere cangianti e groove, speziate e lunari, trascinanti e sorprendenti.
La nota stampa riecheggia della collaborazione fra Anthony Braxton ed i Wolf Eyes anche se a mio parere il legame fra Quentin e Jerome è talmente stretto da venir meno a qualsiasi paragone, considerando che isolando alcuni elementi delle due lingue suite potremmo tirare in ballo la qualunque come ispirazione o vicinanza. La seconda parte inizia direttamente con uno spazio ribollente, nella visione peggiore che qualsiasi astronauta possa desiderare, con fumo e raggi laser scanditi per poi viaggiare altrove, trasformandosi in un apparato cardiaco e respiratorio dove i due musicisti imperversano. Poi altro ancora, conversazioni nervose bloccate ed incessanti all’interno di un percorso cangiante ed emozionante. Note che vengono registrate come schizzi su un bloc notes sul quale vediamo chiaramente immagini e scenari, immagini che prendono vita sfogliando quelle stesse pagine in 35 minuti che non potremmo definire altrimenti se non fantastici.
Quentin Rollet & Jérôme Lorichon – Planisphère (Prohibited, 2025)
