Prosperina – Faith In Sleep (Maybe, 2012)

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Musica abbastanza lisa e consunta quella dei Prosperina, ma per chi ama chitarrismi elefantiaci in un magma psichedelico potrebbe esserci di che banchettare. Gli altri passino oltre, ormai abituati ad anni di vacche magre nella musica pesante. Nome e copertina ad alto rischio pattumiera per questa band gallese che invece, musicalmente, ha una propria dignità pur senza far urlare al miracolo. Sebbene certo hard-psichedelico negli ultimi anni ci stia davvero uscendo dalle orecchie, il terzetto riesce comunque ad assemblare un album discreto, anche se fa di tutto per iniziare male. Le prime due tracce sono abbastanza leziose e il compitino, anche se bene eseguito, spesso induce al sonno piuttosto che al sorriso accomodante dell’ascoltatore annoiato dalla sfilza di imitatore dei Kyuss con vent’anni di ritardo. God Vs Darwin, terzo brano, ha il merito e la capacità di tirare fuori un suono più grasso e corposo, finalmente d’impatto, mostrando come la band, in bilico tra postgrunge e generiche frequentazioni stoner, abbia nel suo dna le mutazioni post-metal degli ultimi Isis (i peggiori) e delle file di epigoni che vogliono rivisitare Tool e compagnia in nome di un progressismo musicale che stanca già prima di cominciare. Tutte queste cattiverie per dire comunque bene della band? Anche. Perché il disco scorre tranquillamente, senza presentare scogli e pareti da scalare, e si fa ascoltare anche se la tentazione del repeat non è contemplata.