Porta d’Oro – Libero Pensatore (Sentiero Futuro, 2021)

Ho la certezza di conoscere solo in minima parte l’opera di questo autore.
Ho però la sensazione che questo non mi sia di ostacolo nell’entrare nel mondo di Porta d’Oro aka Giacomo Stefanini (membro dei Kobra e della crew di Sentiero Futuro, etichetta con all’attivo una decina scarsa di produzioni su cassetta ed in digitale, fate un giro su sentierofuturoautoproduzioni.bandcamp.com), percependo un’affinità spontanea con le sue azioni (scrive al momento come GRRAWR, Generic Record Reviews And Weekly Ramblings, ha un passato ed un presente nei Kobra, scriveva per Vice) ma ho idea di essermi già dilungato troppo.
Quel che ci interessa qui è questo nastrino, 12 stralci neri ed arancioni condivisi dall’autore, dal suo equipaggiamento strumentale scrauso ed i rumori dentro e fuori casa sua, raccolti nel corso di 2020 e 2021. È un mondo verosimilmente laterale, quel mondo di nastri duplicati in 30 copie, di connessioni non elitarie ma anzi, fondamentali perché espresse nelle fondamenta dell’espressione musicale, con metodi e veicoli che solo talvolta incrociano la luce e l’attenzione dei curiosi e dei profani. È musica punk, a detta del bandcamp ed in qualche modo la musica punk odierna potrebbe essere davvero questa. Musica non allineata, non immediata ma nemmeno ostica. Non innovatrice né di rottura, che potrebbe essere stata incisa in qualsiasi momento degli ultimi 40/45 anni. Musica libera, musica torbida (nel senso di non filtrata), musica che acquista un senso risuonando sul nostro corpo, con cui condividere le imperfezioni che ci rendono umani (e qui ci sta partisse il pernacchione, scusatemi!).
Si parte con un’intro dubbata poi arriva il pensatore libero…parole in fuga di coscienza su degli intarsi, “…pietra, acciaio, pianeta. Libero Pensatore”. Il dub, il ritmo grasso e scazzato, unito ai disturbi ed agli intriganti siparietti dipinti trasforma Milano in una Kingston fredda ed equivoca. Del resto come rappresentare al meglio lo “svelamento fiero della confusione pandemica” se non mettendo a nudo le proprie fragilità e le proprie urla sedate al vento ed al mondo, così come i risultati dei propri esperimenti bizzarri a cavi scoperti? Diciamo che quando gli incroci girano (e spesso lo fanno), siamo dalle parti del Soul Junk più pop e frammentario, con una liberta d’animo ed una ruvidezza percepita che rendono partecipi di un’opera che è più percorso che destinazione. Una destinazione calda, assolata, assonnata, scazzata. Un vagare che mi porta ad altre combinazioni sonore, quelle mixate dal nostro per Fritto FM, in un collage di atmosfere che definiscono ancor più il suo mondo, un mondo dove l’interferenza agisce direttamente sulla nostra percezione, riportando la nostra attenzione verso il segno, il margine, l’acciacco, l’interesse. Dub, noise, punk, rap…c’è tutto questo nella testa di un Libero Pensatore. Poi insisto, andando a scovarlo in una puntata dello show di Giuseppe Laricchia (IO E UN NOSTRO AMICO ASCOLTIAMO UNA CANZONE) insieme ad Andy Cap/ Andrea Caprara ad ascoltare un pezzo dei Kobra. Voi dategli una chance, fatelo girare ed apritevi al suo mondo, penso vi riserverà delle belle sorprese. Quanto a me, penso che proverò ad approcciarlo per fargli qualche domanda, vorrei proprio scoprire dove mi porterà…