Ormai è quasi un quarto di secolo che Populous, Andrea Mangia, attraversa i nostri neuroni con la musica da lui creata, in varie modalità e fasi.
Da sempre decisivo con un tocco leggero e personale, quasi una riduzione astratta di paesaggi ed immagini, apre in questo caso una deviazione importante: una label personale chiamata Latinambient, una residenza artistica di un mese nella struttura di Hektor, stagliata nel panorama di Los Valles a Lanzarote.
Con la Isla diferente entriamo in quello che è il mondo, il suono personale di Populous, arricchito talvolta da interventi vocali che riescono a dare sfumature e profondità sempre differenti ad un suono ballabile e sognante. È l’entità Fuera a prendere il microfono cantando ad un’isla protetta da una Luna ácida, poi il beat si fa più grave ed umido, tumultuoso e profondo in una Picón che esplode letteralmente quando il suono di un flauto viene rimaneggiato dandogli eco e corpo portandoci immediatamente in una trance messianica.
Le voci sussurrate all’orecchio in Objetos Enterrados insistono nel lasciare sotto traccia un mood oscuro, misterioso e selvatico, difficilmente traducibile e quindi in qualche modo i qietsnte ed ipnotico. Eva de Marce ci strega letteralmente (o forse ci droga) in una Pa ke te che sembra utilizzare i suoni per farci seguire ogni istruzione di movimento senza dover pensare singolarmente.
Non essendo mai andato a Lanzarote tutta questa ambientazione che esce fra le righe è fortemente evocativa e misterica. La trasmissione di immagini e di emozioni che Populous riesce a mettere in atto è simile a quella di un miraggio: non riusciamo a capire cosa sia realtà e cosa finzione ma ci abbandoniamo. Dopo il calore di Blanco y verde si sovrappone la voce di Javier Arce, vera e propria guida sciamanica in Casa bolero, suono sintetico, umidità ai massimi storici, sole a picco, la gentilezza degli incisi e dei suoni più caldi per un brano che è di una bellezza cremosa e rara. Il controllo, la mistura, la misura e l’equilibrio che Populous riesce a dare al disco è forse la forza in più, segno che il disegno e la mappa tracciata dalla sua visione è assolutamente nitida, amplificata dalla co-produzione di Rocco Rampino e dalla mano di Bot a mix e master.
Tutto scintilla e profuma come la cornucopia di Exotic Veneno, mentre i tratti acustici di Suelta in compagnia della Esotérica Tropical commuovono per la loro bellezza, mettendoci in piena armonia con un panorama dove non si vedono figure umane e tutto è pace e luce. Abrazo poi è pura condensazione aerea, una nuvola colorata che ci avvolge e che ci lascia il dubbio sulla realtà di quanto abbiamo appena ascoltato.
Viaggio incredibile…
Populous – Isla diferente (Latinambient, 2025)
