Plakkaggio HC – Ritorno Alla Pangea

Giunto al terzo lavoro (Approdo), dopo Il Nemico (2007) e Fronte Del Sacco (2009), questo terzetto di Colleferro sembra essere riuscito a coniugare finalmente lo spirito OI! con la N.W.O.B.H.M. e un certa dose di sana auto/ironia che male non fa. Far due chiacchiere con loro è un po’ come mettersi a discutere con un avventore del pub dopo una certa ora: ti senti subito a tuo agio ed entri in sintonia anche se non lo hai mai incontrato prima. Ben lontano da intellettualismi e ridondanze per soli iniziati, il Plakkaggio HC va a ruota libera in un carambola tra rugby, ventismo e Gabriele D’Annunzio.

SODAPOP: È da diversi anni che leggo sul vecchio blog di Paolo (Petralia) i riferimenti e le firme del Plakkaggio HC. Mi ci é voluto un po’ (mea culpa) per capire che si trattava di un’entità a sé stante e forse qualcosa di più di una semplice band. Ci sono andato vicino?
PLAKKAGGIO: Plakkaggio HC non sono una band, sono la riproposizione teorica e pratica del lascito protoindoeuropeista trasmutato nel pentagramma. Per pentagramma intendiamo quanto di simbolico si possa ricondurre a tale figura, non certo una stanca riproposizione di vibrazioni sonore destinate ad annoiare l’ascoltatore. Per cercare di unificare il senso di tutto questo abbiamo creato alcune forme ritmiche intersecando molteplici richiami alle leggende del passato e arrivando a un compromesso accettabile con le 7 note (7, come le porte dell’inferno). Da qui nascono i nostri 3 dischi: Il Nemico, Fronte Del SaccoApprodo nei riguardi dei quali potremmo glissare la parte musicale (che fa schifo) e approfondire per ore quella contenutistica, sospesa in questo limbo di occultismo e rarefazione che condurrà le genti al più grande suicidio di massa della storia umana.

SODAPOP: “O tu, ne l’aria grigia, torto e senzafiori, alberel di Segni Paliano che deridendo accenni di lontano alla inutile nostra impazienza…” Così incomincia L’Alberello: la celebre poesia che il vate D’Annunzio compose alla fine dell’ottocento nella sala d’attesa della vostra stazione di Colleferro. Ogni 2 aprile si celebra suddetta data creativa con un festival/torneo di poesia proprio nella medesima stazione galeotta. Avete mai pensato di parteciparvi o individualmente o come entità collettiva? Come vi ponete rispetto alla poesia dannunziana e più in generale al vostro paese, baluardo dell’antifascismo nell’Italia prebellica?
PLAKKAGGIO: Avere un intervistatore così ben informato può significare solo una cosa: qualcuno ha peccato di delazione, lo giustizieremo prima possibile, il nostro bunker non accetta traditori. Veniamo però a chiarire le nostre posizioni: i Plakkaggio suddividono la storia in 2 macro-periodi, il primo “Preistoria”, collocabile grossomodo dall’era dei dinosauri fino al 1935, anno di istituzione del nostro comune; il secondo “Storia Contemporanea” da detta data fino ad oggi. La poesia in questione è compresa nel primo periodo quindi non le riconosciamo alcuna validità rispetto all’esistente (la stazione inoltre era ancora definita come “Segni-Paliano”, prima di essere reintitolata “Colleferro-Segni-Paliano” dopo aspre battaglie con i confinanti) ma, nonostante tutto, vogliamo rilasciare una dichiarazione a riguardo: la nostra città esprime altissime vette di Bellezza e Arte, le nostre fabbriche di armi, cementifici e tutte le aziende inquinanti, unite alla potenza del Fiume Sacco che ne raccoglie il frutto, fanno di Colleferro l’autentica Venezia del Centro Lazio, ed è per questo che il compagno D’Annunzio, precursore della poesia del compagno Varg Vikernes, rimase ammaliato dall’asciutto grigiore preatomico dell’alberel di Colleferro-Segni-Paliano. Se mai ci sarà una nostra partecipazione al duello in rima aggiugeremo alla declamazione di un nostro sonetto un’installazione che comprenderà un ChrisNunnos scolpito (nel granito) intento a dirigere le fiamme dello scoppio del ’38 vaste e ardenti verso l’orrida chiesa di S. Barbara, autentico sfacelo architettonico cittadino degno dei migliori ecomostri.

SODAPOP: Quando ho cercato di giustificare la mia necessità di intervistare il Plakkaggio, qualcuno mi ha domandato perché “volessi coinvolgermi con quella che, in fondo, é solo una versione cafona degli ultimi Agnostic Front.” Io, grande estimatore di Approdo mi sono alambiccato in un parallelismo scientifico tra OI e NWOBHM. Ma non credo di essere stato convincente. Quindi, concludendo, credo di essermi innamorato davvero di “una versione cafona degli ultimi Agnostic Front”. È grave? Devo sentirmi per davvero stupido?
PLAKKAGGIO: Indubbiamente i primi 2 dischi risentivano di talune influenze d’oltreoceano (si, ok, anche AF), cosa da me (gAbbatH) sempre moderatamente osteggiata. Infatti ai blocchi di partenza i riferimenti erano: ChrisNunnos -> black metal e grind; Lord CecirotH -> Metallica, NYHC, Pantera; gAbbatH -> Colonna Infame, Iron Maiden, Darkthrone, Carcass. Con gli anni siamo “approdati” a questo sound che dice tutto e dice niente, è sempre un frullatore randomizzante ma speriamo di essere riusciti nell’intento di donargli un po’ di personalità. In questo siamo stati aiutati moltissimo da Blaze Bayley e Paul Di’Anno, i veri cantanti degli Iron Maiden (soprattutto BB), che con la loro attitudine stradaiola e puramente skinhead/nwobhm ci hanno insegnato dalla A alla Z come costruire il disco, come approcciarci alle liriche, come mantenerci tronfi e saldi in sede live. Forse dovremmo scioglierci e metterci a fare le cover dei dischi maideniani cantati da loro due, sarebbe il coronamento di un’esistenza basata sulla discussione asfissiante riguardo ogni dettaglio concernente la NWOBHM. Ve la spiego ancora meglio: anfibi, bretelle, hollandia nelle mani e Diamond Head a cannone, questa è la tragica realtà delle nostre vite. Altro che tutte quelle storie sullo ska e il reggae, il vero spirito skin è da sempre contenuto nel metallo britannico! Quindi, per rispondere ai tuoi dubbi: NON ti sei innamorato di cafoni in salsa agnostica, piuttosto di odalisti rasati seguaci del pan-paganesimo declinatori e distillatori di marciume metalloide ottantiano.

SODAPOP: Personalmente considero i Maiden fino a Somewhere In Time (lo ammetto con fatica, mentre credo dovrei fermarmi al kolossal egiziano). Eppure non è che abbia tutta questa lucida percezione delle epiche cavalcate nei vostri pezzi. Volenti o nolenti, mi pare, rimaniate ingabbiati in quella nicchia ever (o never) green OI che abbiamo sempre snobbato per almeno due motivi. Visto che avete già menzionato i Colonna Infame tra i classici, quale vorreste fosse il vostro lascito per le generazioni future? Parlo in termini di ispirazione, ma anche di espiazione.
PLAKKAGGIO: L’ispirazione che ci donano i Maiden è solo spirituale, l’utilizzo di 2 chitarre armonizzate per terze è ridotta al minimo da studio proprio perchè siamo un trio e non potremmo poi riprodurle degnamente dal vivo, tuttavia alcune influenze sulle strutture dei pezzi e sulla funzione degli arpeggi derivano da loro e dai Metallica. Questo per dire che come riffing l’Oi! e l’HC hanno contribuito solo in piccola parte al nostro suono, che, ti ripeto, non riuscirei neanche bene a classificarlo. Se vuoi dei nomi però ti soddisfo subito: in campo Oi! la scena romana è quella che più sentiamo vicina, umanamente e musicalmente, quindi oltre ai già citati Colonna inserirei Duap e Bierkampf, fuori dal raccordo Banda Del Rione su tutti, e gli Erode dei primi due 7″; in campo estero punk direi Cock Sparrer, li ritrovi sempre nelle canzoni più anthemiche; in campo heavy/thrashmetal i Big4 e per finire tutti i riferimenti all’icografia black metal la cui fiamma, seppur non entrando direttamente nei pezzi, è sempre pronta a bruciare quando meno l’ascoltatore se lo aspetti. Il nostro lascito? Cercare di infrangere i canali classici di comunicazione di un genere mischiando le carte il più possibile sperando che qualcuno, in futuro, ci crei qualcosa di decente con quest’idea di partenza e non le nostre imprecazioni a senso unico. Purtroppo crescere a Colleferro non ci farà mai uscire troppo dalla sacra triade sputare-bestemmiare-bruciare che è alquanto limitante.

SODAPOP: E se è vero che la rivoluzione bolle in pentola, quali sono i cinque migliori dischi del 2012-2013? Parlo di nuove uscite.Plakkaggio_2
PLAKKAGGIO: Sicuramente Gli Ultimi con Storie Da Un Posto Qualunque, finalmente un bel disco punk senza fronzoli e decisamente originale (a Settembre uscirà un 7″ split con noi Plakkaggio, ci siamo coverizzati 2 pezzi a vicenda); poi Burzum con Sol Austan Mani Vestan un grande ritorno all’ambient dalle prigioni, esprimiamo verso il Conte il massimo della solidarietà per l’arresto subito in Francia; abbiamo Blaze Bayley con Russian Holiday nel quale duetta con l’ottimo chitarrista classico Thomas Zwijsen esprimendo tutto il suo pathos e la sua appartenenza alla scena skinhead maideniana; sicuramente ci saranno i Carcass con Surgical Steel, ho sentito solo l’intro, per me è già disco dell’anno sulla fiducia; e il nostro Lord Ceciroth direbbe The 80’s Volume II, tredici cover di pezzi Oi! italiani anni ’80, e vai con l’autospot marchiato tristezza.

SODAPOP: Questa estate nella mia macchina si ascolta solo il Plakkaggio perché lo trovo molto estivo e da viaggio. Mia moglie (ma anche mia figlia), chiaramente obbligata a questa tortura, qualche giorno fa sentendo Approdo (“…vessillo di guerra, assurge a leggenda…”) mi ha chiesto se siete dei fascisti. Io le ho risposto che siete Skinhead e che quindi dovete esserlo per forza. Ho fatto bene no?
PLAKKAGGIO: I Plakkaggio hanno la loro linea politica ben definita e si chiama Ventismo. Dunque siamo indubitabilmente dei Ventisti, il fascismo è pura merda imperialista. La creazione di questo movimento nasce intorno al 2009, esiste naturalmente una sua trasposizione telematica ma per accedervi gli adepti devono superare alcune prove complicatissime, come resistere un’intera notte nel grottino del 3C, una zona misteriosa che si fa largo nella montagna che circonda Colleferro. Posso però rivelarti qualcosa: il gruppo NuovoNucleoVento, all’interno del quale ogni congregante riceve un codice di riconoscimento, getta le sue radici nell’attivismo remotista coniugato con la calata dell’anno 000. Infatti, pur proponendo la totale supremazia della Natura sull’Uomo, siamo anche degli inguaribili realisti pragmatici e il raggiungimento dei nostri obiettivi non può che passare attraverso il completo annichilimento degli umani portato da un conflitto di proporzioni planetarie. Momento che è ancora lontano dall’essere raggiunto, in virtù della supremazia unipolare statunitense (oggi sempre più in declino) verso la quale ci poniamo in assoluto contrasto (date un’occhiata alle spese militari americane e poi alla somma di tutte le altre, basta anche cessopedia). Quando dico assoluto intendo sempre, con ogni mezzo, senza alcuna esitazione di sorta che tanto piace ai dirittumanitaristi dell’ultima ora. Dunque, una volta che il globo terracqueo avrà perso il suo equilibrio fondato sulla sperequazione, secondo le nostre teorie dovrà calare la mannaia dello scenario alla Ken Il Guerriero, dove i Ventisti avranno le loro motociclette postatomiche o, se l’anno 000 sarà fonte di vittoria per noi, la vita sarà regolata dalla nuova filosofia del Vento, intenta a dirigere l’umanità verso la strutturazione dell’Uomo Nazione, un nuovo sistema fondato sul rapporto bilaterale unipersonale indipendente e sovrano. Chiaro no? Se non avete capito bene scrivete a Burzum, così gli fate anche compagnia.

SODAPOP: Insomma vuol dire che siete degli scoreggioni! Ma non siete mai stufi di tutta questa ostentata (o presunta?) ignoranza che, bene o male, permea tutto il mondo, l’immaginario e la poetica OI! da sempre? Io non dico di a compagnarsi con filosofi personali come Battiato e nemmeno di farcirsi delle sottili flessioni letterarie dei Massimo Volume, però tutta questa “tromba de culo, blocco porco d.. eccetera eccetera” mi pare che stia diventato patetico a ben vedere. Come diceva Vittorio Sgarbi: “essere ignoranti negli anni ’50 non era una colpa, ma oggi si!”
PLAKKAGGIO: Su quello puoi starne certo, siamo degli scoreggioni. Però bisogna anche considerare che la musica è il mezzo prediletto per veicolare gli slogan, non tanto i contenuti, dunque non ci trovo nulla di assurdo in questo plusvalore dato alla genuinità. Il fatto che poi dietro la frase fatta non ci sia nulla è un problema giudicabile da persona a persona, da gruppo a gruppo, la nostra è una scena nella quale tra chi sta sopra e sotto il palco non c’è alcuna differenza, quindi i giudizi di merito o contenutistici uno se li crea conoscendo i malcapitati. Che dirti, noi più che innestare tematiche fantasy, spirituali, geostrategiche e naturalistiche all’interno di un luogo-canzone dove i temi sono la birra, le cesoie e le calandre dell’officina, tirà i serci alle guardie e menasse non possiamo. Al massimo potete creare un gruppo voi e discutere di etnomusicologia contemporanea, di comparazione filosofica e storia medievale, io ve starei a sentì, forse manderei pure il curriculum morte pe sonà co’ voi ma vai a sapere. Concludendo, anche un testo “‘gnurante” come è la parte finale di BPD (che poi è il nome della fabbrica attorno alla quale è nata la nostra città, per chi non lo sapesse) è preceduto da una lunga parte esplicativa sulla nostra avversione nei riguardi della chiesa cristiana e lo stesso utilizzo della bestemmia simboleggia un forte attaccamento alle tradizioni perchè è, indiscutibilmente, un tratto distintivo del lessico del nostro popolo, una prerogativa assegnata a noi che viviamo l’occupazione vaticana da troppo tempo. Inoltre stiamo al terzo disco, so’ tutte tematiche nostalgiche e crepuscolari, semo dei vecchi, famose a capì. Stanchezza. Oscurità. Pazuzu. Oblio. 666.

SODAPOP: Quanto incide il rugby nella vostra vita quotidiana? E soprattutto, mostrargli così tanto interesse non vi pare una sorta di snobismo verso tutte quelle band che preferiscono invece più classicamente il calcio? In fondo, se tu incontrassi mai Steve Harris (Iron Maiden) qualora volessi approfondire una discussione con lui dovresti mostrarti preparato sulla storia del West Ham United mica su quella del rugby anglosassone.
PLAKKAGGIO. Dal 1965 a Colleferro il rugby detta legge. Dico così perchè è diventata, col tempo, una questione di clan, anche in virtù della storica rivalità con i cugini del Segni. Questo deriva dai lunghi trascorsi e anche dal raggiungimento della massima serie da parte della prima squadra nell’anno ’96/’97, la domenica andavi al campo e ti vedevi Colleferro/BenettonTreviso o Colleferro/Milan, agli occhi di un tredicenne è qualcosa di molto più che suggestivo. Dato che bisognava far convivere l’essenza di metallari con lo sport nessuno di noi ha mai iniziato seriamente ma, gravitando sempre attorno all’ambiente, negli anni abbiamo deciso di organizzarci poco fuori la nostra città e giocare per conto nostro, invitando sia giocatori del Colleferro che persone che non avevano mai giocato, una sorta di collante tra veterani e principianti. Per mantenere alto il tasso di idiozia creammo questa Lega fasulla del Thundra Rugby (che dà il nome all’omonimo pezzo) tanto per invogliare i nostri conoscenti, è andata avanti un bel po’ ora con i vari impegni di lavoro è diventato praticamente impossibile organizzare ancora incontri. Proprio venerdì abbiamo suonato a Montelanico, sul nostro vecchio prato, e la nostalgia si è fatta sentire. Il calcio? Ma questa storia dello snobismo è relativa, stanno tutti con le radioline a sentire le partite pure al campo da rugby, a me non interessa proprio, tutti a chiederci se siamo della Roma o della Lazio, noi seguiamo solo il Colleferro (anzi, io e basta, nd gAbbatH). Steve Harris se lo incontro gli chiedo conto del perchè non abbia accreditato Blaze Bayley su Dream Of Mirrors (Brave New World – il disco dopo di Virtual XI) dove l’eroico BB aveva donato un generoso contributo alla composizione, andasse a parlare del West Ham con qualche residuato bellico della scena Oi inglese, capace pure ce prenda du’ schiaffi.

SODAPOP: Grazie per la pazienza e la cortesia ragazzi. Buon lavoro!
PLAKKAGGIO: Grazie a te Marco! Speriamo che qualcuna legga queste interminabili domande/risposte ahaha… Per il resto noi continueremo con i nostri malefit in onore al Conte Compagno Odalista Survivalista Grishnackh. Restando Sempre in tema Black Metal Ambient Pagano, vogliamo ringraziare anche il Defender Robertò di Hellnation che farà uscire il nostro
Split Ep con Gli Ultimi, penso per Settembre / Ottobre.