Leggi Oniria di Physalia, su Okum, e pensi ad un alveo che Manuel Volpe sta creando con personalità e gusto sempre maggiore.
Del resto come l’organismo dal quale prende il nome il progetto di Arianna Pegoraro anche questa formazione è un’insieme di accortezze, strumentisti e tecnici d’eccezione: Arianna, Manuel, Nicholas Remondino e Matteo Rizzo. A tratti sembra di sentire una songwriter catapultata in mare, sospinta dalle risacche di Astral Hurricanes fra sciabordii e perdite di equilibrio. Physalia è corpo e materia seppur sfuggente, con una voce che si torce fra brani più diretti ed intimi, dove l’intensità può cambiare forma e colore. Difficile dire a cosa assomigli una musica come questa, un suono che è finalmente liquidò nel senso corretto del termine, irraggiungibile ed inafferrabile, libero e personale.
Attorno alla voce di Arianna gli strumenti si muovono e danzano senza mai sovrastarla ma creandole varchi e passaggi dove scivolare.
Il pianoforte manovrato da Arianna riporta alla mente l’ovvia Fiona Apple ma la materia sonora è ancor più evanescente e caduca, fragile. Si sente spesso un filtro ombroso, una schermatura profonda quale potrebbe essere l’acqua che graficamente ingloba Arianna in copertina o forse è soltanto la divisione fra realtà e sogni.
On my walls è un downtempo formidabile che potrebbe stare sui dischi storici di questo genere, unendo Bristol con il Friuli Venezia-Giulia. Con il passare delle tracce la percezione è di come il codice di Physalia si facesse più pop, di un’accessibilità oscura come potrebbe essere stata quella di una Kate Bush per citarne una, quasi una comprensione più adeguata, una possibilità dell’ascoltatore di far maggiormente suo il mondo di Oniria una volta decodificato il suo accesso, lasciandosi finalmente trascinare partecipando al viaggio. È così che ci si ritrova a canticchiare una Invisible praticamente e perfettamente pop, per poi raccogliersi in timorosa preghiera all’ascolto di Nekyla, evidente comunicazione in lingua ancora onirica e salmastra, dove i suoni prendono talvolta il sopravvento ed a noi, poveri bencapitati, non resta che rimanere all’ascolto, sperando possa finire senza strapparci di dosso la ragione.
Physalia riesce nell’intento forse più difficile in casa Okum, legando a doppio filo sperimentazione ed orecchiabilità mostrandosi come cantiere e creatura aperta ed in continua evoluzione, insieme complesso e misterioso come da nome scelto.
Physalia – Oniria (Okum, 2025)
