Phonolab: Da qui a Gaudì a Bernocchi

Diego Favrin agendo direttamente da oltremanica riuscendo ad entrare nelle grazie e nelle conversazioni di Gaudì e di Eraldo Bernocchi, di nuovo insieme, questa volta per il capitolo di Phonolab, nuovo progetto che riaccende gli amori mai sopiti dei due, fra bus e sferzate brutali. Ma c’è molto di più in questo disco e parecchio potremo scoprirlo proprio ora…

Ciao Phonolab, ovvero Bernocchi e Gaudi, come state?

Stiamo bene grazie.

Mi sentite bene e siete pronti per questa intervista?

Ti sentiamo forte e chiaro e siamo pronti per questa intervista che, sai, ci piacerebbe rivoluzionare un pò, ovvero modificare il concetto di “intervista convenzionale” invertendo i ruoli per un attimo, e fare a voi Sodapop la prima domanda, che dici?

Mi piace l’idea, prego procedete con la domanda.

Dal nostro nuovo album ‘Disturbia’,in uscita l’11 aprile, qual è la traccia che più vi piace?

Direi ‘Gloomy Afternoon’, e la vostra?

Guarda, è un pò difficile per noi scegliere una traccia solamente, in quanto tutto l’album ha una consequenzialità e una storia creata appunto dall’insieme di tutte le tracce, ma detto questo -e avendo menzionato Gloomy Afternoon-, forse potremo scegliere la stessa traccia anche noi, in quanto rispecchia piuttosto bene la direzione di tutto l’album e, questa traccia in particolare ci e’ venuta proprio di getto e senza troppi ostacoli. Nella fase finale del mixaggio ci siamo guardati e abbiamo realizzato che questa traccia non aveva bisogno di null’altro ed era perfetta cosí.

Entrambi vivete e lavorate a Londra, ditemi come è vivere lí e come state.

Gaudi: Io ci abito da ormai 30 anni e la considero “casa e vita” , Eraldo si è trasferito 8 anni fa, entrambi per la nostra musica, individuale e di insieme. Londra e la Gran Bretagna in generale, hanno una storia musicale eccelsa da sempre, e un fermento artistico sempre vibrante e sempre innovativo, io personalmente -essendomi trasferito nel 1995- ho vissuto appieno tutto il movimento transitorio che includeva il trip-hop, sviluppandosi in Jungle, evolvendosi poi in Drum & Bass, Two-Step e proseguendo nella fase Dubstep etc…, un susseguirsi di stili musicali estremamente stimolanti e che hanno contribuito a evoluzioni musicali in tutto il mondo. Io nonostante lavori e ami il dub, ho sempre fatto parte anche della club-culture più underground, pertanto è stato estremamente utile per me essere qui e assorbire naturalmente tutti questi stili.

Credete entrambi che l’Intelligenza Artificiale influenzera’ molto il futuro della musica, londinese, vostra e non?

Bernocchi: No, noi non la stiamo usando, neppure per l’aspetto visuals, per i live e neppure per la grafica delle copertine degli albums -mi dice la mia consorte Petulia-, per la creativita’ artistica non la vediamo come una risorsa ma riteniamo piuttosto che sia una cosa smart per un prodotto di massa, ad esempio utilizzata per pubblicita’ con budget bassi o dove non sia richiesta una particolare competenza musicale professionale. Con l’avvento del A.I, aziende realizzano video o jingles senza troppo impegno e piuttosto rapidamente, io personalmente ritengo sia utile come evoluzione e sostituzione dei normali motori di ricerca, con possibilità di entrare più nello specifico e trarre risposte e soluzioni nuove, piu’ mirate e piu’ specifiche.

Gaudi: Eraldo ed io ci conosciamo da 35 anni direi, sin da quando entrambi eravamo in Italia e facevamo musica, io a Bologna e lui a Milano, c’è sempre stata una forte stima reciproca, e da qualche anno ci siamo ritrovati ad avere i nostri studi di registrazione nello stesso quartiere di Londra, pertanto il trovarci e lavorare insieme è piuttosto semplice, and solamente per buttare giu’ idee nuove e… per cestinarne altre ovviamente…

Phonolab: È stato nel 2018 quando ci siamo trovati in studio insieme per la prima volta e deciso di produrre un disco collaborativo senza tempo e che resti nel tempo, fuori da ogni trend e da ogni regola, con pochi featuring ma molto mirati e selezionati per il progetto stesso. Siamo estremamente orgogliosi di avere fra i nostri ospiti Gerald Casale dei Devo con Phunk Investigation, Bill Laswell, Mark Stewart e Flowdan.
Entrambi proveniamo da backgrounds diversi e visioni diverse sia musicali che, ad esempio, per concetti di come poter impostare un nostro spettacolo live, come programmare e creare uno show, siamo in costante scambio di idee ed e’ come se si creasse un vortice di energia creativa, questo è un fattore estremamente importante per la nostra creatività, motivo per il quale questa gestazione di 7 anni per il nostro album è stato incredibilmente armonico per entrambi, ci simo trovati veramente bene a creare musica insieme, dove ognuno portava idee e intuizioni che poi venivano sviluppate insieme, .senza porci limiti alcuni, nè stilistica e neppure concettuali, insomma total freedom.

Quali sono gli eventi che vi hanno fatto capire che il disco andava fatto e finito cosi’?

Bernocchi: Beh l’improvviso decesso di Mark Stewart ha sicuramente influito, poi le bassline di Bill Laswell che, per motivi logistici non sono state registrate in studio con noi ma a distanza, a New York precisamente.

SCome nasce il brano ‘Disturbia’ con la partecipazione del grande Mark Stewart, incluso nel vostro album?

Bernocchi: Prima ancora di cominciare a lavorare sull’album con Gaudi, Mark era già individualmente in contatto con entrambi ma nessuno di noi due lo sapeva, stavamo entrambi sviluppando idee e brani nuovi, incredibile! Lo abbiamo scoperto solo successivamente, mentre stavamo lavorando sull’album ed entrambi abbiamo proposto Mark come featuring in un brano. È stato stupendo scoprire questa coincidenza ma allo stesso tempo fu anche tragico per noi realizzare che quella studio session, sarebbe stata per Mark l’ultimo lavoro in studio prima della sua morte. Mark e’ sempre stato un “cavallo pazzo”, ricordo che un giorno mi mandò un messaggio sul telefonino dicendo che amava una vecchia traccia dei Sigillum S, e che avrebbe voluto fare un remix con l’aggiunta della sua voce.

Scommetto vi avra’ bombardato giorno e notte con idee nuove e sempre diverse su questa traccia del disco…

Bernocchi: Sì sì,un vulcano, e sempre molto schietto e diretto, tipo “no no non va bene cosi’ non hai capito nulla, troppa melodia, voglio che il pezzo sia un massacro, che non si capisca nulla di quello che dico, che non ci sia nessuna struttura!” e allora via, monta rismonta e rimanda a lui finche’ ha detto “ohhhh grande adesso ci siamo, questo e’ proprio quello che voglio io!” ”

Non ci sono voci femminili incluse nel vostro album, una scelta precisa o un caso?

Bernocchi: Personalmente trovo che in questo momento non ci siano voci femminili particolarmente interessanti per la musica che ho in testa…” (in verita’ Eraldone nostro e’ in fissa con una cantante bristoliana dal timbro di voce unico, che ho gia’ provveduto a mettere in contatto con lui per eventuali sviluppi artistici… non posso fare il nome, ovviamente, un’ esclusiva mondiale che potrete trovare solo qui su Sodapop cari miei…).

Un messaggio finale ai vostri fans e amanti della buona musica in generale, specie aspiranti musicisti?

Phonolab: È bello per un artista spingersi fuori dalla propria “comfort zone”, casa che noi facciamo regolarmente e che abbiamo fatto sin dai nostri albori, questo a nostro avviso stimola a creare cose nuove e cose diverse.

AMEN