Mi scoccia ripetermi (bugiardo) eppure è strano come a volte un disco formalmente perfetto non arrivi dove dovrebbe. Pest Sound a differenza del richiamo ai "ragazzi da spiaggia" non hanno nulla di surf, nessuna reminiscenza sessanta/settanta stile Jennifer Gentle e tanto meno un suono "vintage".
Cantautorato indie con superproduzione con tanto di registrazione all’Electrical Audio di Steve Albini e mastering di John Golden, piano e bella voce in primo piano con una batteria per nulla molle ma pepata il giusto per non annoiare o non trasformare le canzoni in ballads. Potremmo quasi azzardare che i Pest Sound stiano al cantautorato-rock tanto quanto i 90 Day Man stanno al prog-rock e l’esempio non è del tutto casuale visto che nonostante le dovute differenze una matrice indie comune c’è e per di più si tratta per ambedue di rock con piano e voce che non fa da semplice guest star. Ben eseguito, molto ben congeniato e molto ben fatto, direi che questo disco sia proprio ineccepibile come dicevamo sopra, ma questo solo a livello formale visto che comunque, nonostante tutta questa bella carrozzeria forse è ancora un poco carente sul piano dell’incisività. Forse è solo questione di tempo visto che le capacità tecniche e i buoni spunti non mancano eppure manca sempre quel qualcosa che faccia passare in clase A e non come prima di loro successe ai Come che sì erano un gruppo della madonna ma sempre a venti millimetri dal capolavoro, più annacquati, ma anche vero che i Come vantavano purosangue come la Zadek e Brokaw. Se siete fan del cantautorato che sotto ha una spina dorsale allora forse un assaggio ve lo suggerisco "ma che bontà ma che bontà… ma che cos’è questa robina qua!".
Pest Sound – 76 Kilos Laughing (Stuntkite, 2006)
