Pale Sister – Embeddead (Sincope, 2014)

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L’oscuro progetto Pale Sister ritorna a far sentire la propria lancinante voce su Sincope, sempre disponibile a fare da cassa di risonanza a certe efferatezze, offrendo un supporto ad hoc, in questo caso un CD 3” opportunamente sgocciolato di liquido rosso.
Siamo sempre nei territori del rumore più puro, ma stavolta, bontà sua, la pallida sorella ci concede d’osservare qualche gradazione di grigio oltre al nero d’ordinanza: Embeddead è infatti un unico brano di venti minuti diviso in 23 segmenti, che a volte si susseguono senza soluzione di continuità, altre marcano significativi cambi d’atmosfera. Così, a un inizio che è un fuoco di fila al rumor bianco, seguono momenti più strutturati, come la melodia sommersa che fa capolino intorno alla traccia 5 o l’industrial (quasi) rock della 18, ma in mezzo troviamo anche cut up brutali e cadenze ripetute al parossismo, all’insegna di un suono che, nel complesso, ricorda Il respiro rovente di una fornace. Eppure già solo il fatto che, pur senza mai scendere sotto la soglia della sordità, appaia ogni tanto la volontà di mettere ordine nel caos inserendo elementi -soprattutto ritmici- che lo rendano misurabile, è una novità insolita per dischi del genere; dire che ne faciliti l’ascolto è forse esagerato, ma certo lo rende più interessante. A qualcuno apparirà tortura e ad altri catarsi, sta ai gusti di ognuno stabilirlo; quel che è certo è che Pale Sister dimostra di saperci condurre con mano sicura oltre la linea del rumore più nichilista. Che poi, al di là di questa, non si scorga comunque alcuna luce, è un altro discorso.