P38 – Nuove BR (autoprodotto, 2023)

Nuove BR dei P38?

Hype, concerti, processi, pene.

Poi una ristampa, 500 copie andate in pochissimo tempo esaurite, a rimanere sono 13 brani che definire incendiare è poco e dove, a differenza del mondo hip-hop, l’immaginario non è capitalista bensì brigatista, violento, sboccato. I quattro avevano debuttato con Killer! nel 2022 ma è con questo album che tutto si è scatenato. Ora, a mente fredda, proviamo ad ascoltarlo riflettendoci.

“Grande è la confusione sotto al cielo…” per citare il loro Primo Comunicato: godibilissimo il loro album, beats di Papa Dimitri sporchi il giusto, le rime di Jimmy Penthotal, Young Stalin, Astore sembrano esplodere da visi sul ponto di scoppiare in lacrime nervose, c’eravamo tanto amati / c’eravamo tanto armati.i brani sono variazioni sul tema che riescono ad arrivare a veri e propri singoloni come Renault 4 dove fanno fuori Zucchero, utilizzano Fedez come lassativo, gambizzano Bruno Vespa, sparano in testa a Matteo Salvini, uccidono Benji&Fede e mangiano il cadavere di Augusto Pinochet in quattro minuti e mezzo.

P38 è la gang, lotta per il caro affitto, lo Stato laico, organizza feste in ricordi di intellettuali. Certo, lo fanno a loro modo, ma appaiono onesti, precisi e non sembrano avere troppi torti. Dottorato in odio per la polizia / lo sbirro fa scuola ma la scuola è la Diaz, rime come queste ornano un disco che è rabbia pura, capacità di aderire ad un immaginario stravolgendone il contesto di azione e le armi. A me questo basta per segnare il disco come imprescindibile, speriamo a questo punto in una seconda ristampa e magari ad una chiacchierata con la cricca prima o poi.