Nuno Moita/Matteo Uggeri – Bathala (Old Bicycle, 2013)

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Provate a prendere il vostro registratore digitale o a cassette o minidisk che sia, e andare in giro a registrare i suoni ambientali. Rientrerete a casa con una quantità di minuti di fruscii o suoni indistinti che vi farà riflettere sul fatto che registrare l’ambiente non è poi cosa così immediata e facile.
Non basta certo un buon registratore e un buon microfono, ma ci vuole la sensibilità nel capire cosa può essere interessante o meno, e ancor più importante ci vuole poi buon gusto e tecnica nel saperli inserire a dovere in un disco.
Matteo Uggeri lo fa da anni ormai, e si sente. I suoni sono vividi, densi, tridimensionali e sono inserirti nel momento giusto e nella loro corretta forma sonora. Nuno Moita, già conosciuto nell’ambito sperimentale anche per aver pubblicato lavori per Grain Of Sound e Ristretto, si occupa invece dei suoni più “meccanici”, della parte industriale di questo disco uscito per la svizzera Old Bicycle. Disco in edizione limitata, numerata a mano, con packaging elegante e cicliegina sulla torta con copertina disegnata a mano, con il buon Sun Ra insegnò ai tempi della sua Saturn rec. Ma scendiamo dallo spazio e torniamo a questo disco molto terreno, concreto, reale: per entrare nel pieno di questo mondo ci vuole qualche traccia, quando tutto si fa più denso e movimentato e quando il suono d’ambiente si abbina al meglio al lavoro di Nuno Moita. Bathala in portoghese è la battaglia, e in questo caso mi sembra uno scontro molto strategico, tattico, tra l’ambiente e le macchine, l’industria. Uno scontro alla pari, tra elettricità, ingranaggi e voci, animali. Microritmi e microambienti che si trasformano in un viaggio sonoro musicale di field recordings raccolti tra Lisbona e l’Italia tra il 2006 e il 2007. Bathala è un piccolo esempio di come certi approcci musicali ormai triti e ritriti possano ancora avere freschezza se solo si affronta l’argomento con capacità e gusto musicale.