Noémi Büchi – Matter (OUS, 2022)

Quel che colpisce d’impatto con l’esordio di Noemi Büchi è la grandezza degli elementi in gioco. Sinfonie elettroniche, come se una grande orchestra fosse frastagliata da un laptop e da loopstations e da sequencers. Una via romantica al glitch, una crasi di umori in cui sangue, flemma e bili appartengono ad epoche diverse ma invece che creare una sonora creatura come quella del Dottor Frankenstein diano alla luce una slanciata figura lucida ed elegante. Fin dall’immagine della copertina, un drappo argenteo e scintillante, le materie, le consistenze e le luci si mischiano. Si vola altissimi sui paesaggi illuminati della Svizzera Centrale (foriera di diverse uscite spettacolari quest’annata, per dirne un paio Perpetual Bridge, Steve Fors e Baumschule), planando su soggettive atmosferiche che potrebbero ricordare un Jean Michel Jarre più esangue così come un György Ligeti di casa alla Basic Channel. Ma la musica è sfaccettata e personale, Noemi non pare epigona di qualsivoglia artista, piuttosto un volatile curioso al primo giro in solitaria. Fresca ma decisa, variegata, sorprendente. La mise grafica è all’altezza della situazione e vi riconosco la mano di Alfio Mazzei aka fs52, a vestire in maniera ineccepibile un lavoro di grande respiro e lucidità.
Veramente notevole, altro colpo in casa OUS-, dopo l’accoppiata Grab&Giudici(nel frattempo è uscito anche il disco di Manuel Oberholzer aka Feldermelder, uno dei proprietari della label)…tenete d’occhio Noemi, ho idea che possa riportarci sorprese a strettissimo giro!