Nido – Annia (Maple Death/My Own Private, 2025)

Parole e ritmi nei quali perdersi nelle nove mensilità di Annia, opera su nastro di Nido, progetto dietro al quale troviamo Jonida Prifti, poetessa ed artista trasversale, già Acchiappashpirt e J A. Suono cosmico e pulsante che riesce a fagocitare ed a trasformare input esterni in carne e voce e suono. Tamburi e raggi laser al Terzo mese con la voce di Nido mischia elementi, corpo e gioco in maniera inquietante e brillante. La voce prende vita e va oltre il significato poetico delle parole creando di fatto quattro correnti che si uniscono: il suono pulsante, le parole, la voce e l’ambiente della Pescheria, luogo in Roma Est dove si è passati a trasformare suono sopra alle carcasse che per anni hanno promosso pesce. Quinto mese è collegamento diretto con gli dei, energia in un cono di luce dove la distorsione può portare a scottature ed incidenti non considerati. Sesto mese è gonfio, bagnato acido e perfetto, rito bizzarro dal quale non riusciamo a distogliere sguardo ed ascolto. Poi voci come misteri da un antro buio, che spaventano per la nostra incapacità di comprensione ed affascinano come poche cose al mondo, insieme a fugaci viaggi tastieristici esondando da schemi e scene. “Il poema vuole essere voce degli ultimi otto mesi di vita di Annia. Annia fu uccisa dal consorte, Erode Attico nel 160 dc con un calcio in ventre al suo ottavo mese di gravidanza. Muore partorendo la sua creature che vita non avrà” sono le parole che sentiamo pronunciare ad Jonida e che straziano letteralmente il cuore, prima di una nuova ondata di silenzio.