Far, far, far west, through the limbo. Così oltre che I paesaggi si mischiano tra fantasia e realtà ed i colori si uniscono in un bianco e nero lucente. In questo terzo album l’artista milanese, sempre accompagnato da Samantha Stella, continua il suo percorso sull’orizzonte. Parrebbe essere la sonorizzazione di un viaggio al collassar del mondo, oppure al termine della notte. I rumori paiono essere laceranti e gli slanci lirici, con Nero Kane che trae a sé mille influenze visive e sonore, reimpastandole e facendole sue. Potrebbe essere doom, suonato con una strumentazione folk, oppure è solo l’urlo di un uomo di fronte al battere della natura impervia. I riferimenti esplicitati dal nostro non sono semplici testi od illustrazioni, ma vere e proprie catarsi, come il Doré alle prese con la Divina Commedia, Hieronymus Bosch ed Emil M. Cioran.
Può essere soltanto il suono del dopo quello di cui cui Nero Kane si fa messaggero: Samantha si fa Dea e musa, impossibile non cercare in lei salvezza e misericordia, ma nulla troveranno i nostri viandanti, solo lande aride e disabitate. Forse è questa la rivelazione? Forse questa la conoscenza? Credo sia proprio così, anche dopo la catastrofe il vento soffierà fra qualche piega metallica e terrena emettendo suono, che si farà litania, che si farà oscura preghiera. Ci sono suoni, ci sono riferimenti, ci sono allusioni, ma sono soltanto i tagli alle braccia dei viaggiatori che si avventurano in questa lande ferine, siano essi attacchi subiti da cigni o conversazioni in lingue ignote, o affamati fantasmi.
O forse è soltanto un album intenso sotto ogni punto di vista, dilatato e denso, impegnativo e nutriente nel suo ritmo blando, strascicato e deragliante, che ci sottrae liquidi e capacità di discernimento fino ad esserne soggiogati, gestito al meglio in questa resa sonora dal fido Matt Bordin nel suo Outside Inside Studio? Il suo essere circolare e saziante ci stordisce, perdendo la strada non possiamo essere convinti e credibili…
Ai postumi l’ardua sentenza, noi ascoltiamo vagolando, cercando muse e strappandoci a brandelli le malridotte vesti.