Nella stanza giusta, post Gagarin. A colloquio con Cosmic Room 99

Con Shyrec ho un rapporto di fiducia pluriennale nato fra i banchetti del Tagofest ed è un piacere riuscire ad approfondire progetti che riuniscono musicisti di comprovato talento all’insegna di un suono perfettamente cesellato. Potrei sembrarvi esagerato, lo so, che vi devo dire? Ho bevuto Cosmic Room 99 come fosse un bel bicchierino fresco e, confesso, ci ritorno per qualche sorsata quando ho voglia di un gusto classico e tenace. I tre ingredienti di questo cocktail si sono concessi per quattro chiacchiere, Diego, Matteo ed Antonio, la recensione è a fianco ed il consiglio è quello di correre sotto ad un palco e di acquistare sudati il loro primo LP. Io ho avuto il piacere di sentirli telefonicamente il giorno dopo la loro esibizione al Circolo Gagarin di Varese (al quale ho bellamente sottratto l’immagine di copertina) e questo è il resoconto della nostra chiacchiera.

Ciao ragazzi, come state ? Non posso che iniziare chiedendovi come sia andato il live al Gagarin ed in generale come sia la risposta al vostro disco ed ai vostri live. Soddisfatti?

Beh, molto bene! Posto veramente accogliente, ragazzi splendidi, il palco bello, bei suoni, quindi ci hanno messo anche a nostro agio con i suoni per cui il tutto è stato molto positivo, anche la reazione del pubblico è stata molto buona quindi siamo molto contenti!

Queste immagino siano le prime date dopo l’uscita del disco, quante ne avete fatte finora?

Credo siano cinque o sei per il momento!

Quando tramite Shyrec ho rcievuto la notizia di questo nuovo progetto la cosa mi ha subito ispirato. Conoscevo i Kill Your Boyfriend anche se ne ho recuperato i dischi qualche anno dopo la loro uscita mentre i New Candys li ho soltanto sfiorato rimanendo molto ben colpito da quel che hanno fatto. Da quanto vi conoscete? Quando è nata l’idea di fare altro, facendo nascere i Cosmic Room 99?

Allora, conoscerci ci conosciamo da tempo perché avevamo fatto anche parecchi anni fa uno split fra Kill Your Boyfriend e New Candys, ci conosciamo veramente da tanti anni! Il progetto di per sé invece è nato dopo il covid, con l’embrione della band che è nato in quel periodo all’incirca.

Con che prospetive è nato? Come progetto parallelo, che tipo di importanza hanno i Cosmic Room 99 rispetto agli altri progetti e quali sono gli stati delle altre filiazioni al momento?

Beh, Diego non suona più con i New Candys ed era in una fase di vita di pensionamento? Libero…Kill Your Boyfriend è ancora assolutamente vivo, abbiamo già registrato nuovo materiale che dovrebbe uscire all’inizio del prossimo anno quindi in questo senso per noi è un side-project al quale comunque stiamo dando importanza , vogliamo farlo bene, ci crediamo tutti in questo album. Ci siamo magari trovati a scrivere (soprattuto per me e Matteo) delle cose che non erano in linea con i KYB e quindi è stato anche un bel mettersi in gioco provando a fare delle cose diverse.

Tramite bandcamp ho scoperto che l’album, oltre che con la gloriosa Shyrec esce anche con Sister 9 nel regno unito e Little Cloud negli stati uniti. Che tipo di prospettive e di aspettative avete rispetto al circuito, alla critica ed al pubblico estero?

Esattamente. Diciamo che Shyrec ci cura l’uscita dei CD mentre le altre due etichette insieme hanno prodotto i vinili. Stiamo lavorando rispetto al suonare all’esterno anche se per scaramanzia non vogliamo sbilanciarci per ora! Calcolando che già con New Candys e Kill Your Boyfriend abbiamo già avuto esperienze e l’agenzia di booking è già stata prescelta ed anche l’ufficio stampa che lavora a supporto del disco è londinese, quindi speriamo di avere delle risposte in tal senso. L’attitudine è estera!


Cosmic Room 99 – Plastic Venus video

I riferimenti espliciti citano i grandissimi: Bauhaus, Pink Floyd, Jesus and Mary Chain, Velvet Underground, Joy Division e Beach Boys. Che tipo di influenza e di impatto ha avuto invece crescere in una terra come il veneto, per progetti coevi, etichette, negozi di dischi e concerti?
Credete di avere un imput italiano del nord est oppure sareste potuti crescere a Manchester o a Glasgow?

Eh, Manchester è sempre un po’ la patria della musica che ci piace! Tutti e tre siamo persone tanto appassionate di questa musica fin da ragazzi, credo che anche nascendo a Catania sarebbe stato lo stesso e non credo che la geografia ci abbia aiutato. Certo è che in Veneto c’è sempre stato fermento e questo tramite la visione di concerti ci ha sicuramente aiutati, è un bel terreno di cultura a livello di band. Purtroppo a livello di locali stiamo andando indietro e rispetto a dieci anni fa si sono dimezzati. Mentre ai tempi avevi una decina di appuntamenti su tutto il territorio ora trovi le proposte col lanternino!

Beh, avete anche dieci anni di più! Io ho un paio d’anni più di voi e credo che alla fine siamo sul crinale per pessere nel lato sbagliato, può anche starci che le offerte non siano più attinenti…

Certo! La voglia di andare per locali comunque c’è sempre, non ci si tira indietro!

Un disco ed un concerto a testa che vi hanno cambiato la vita o che vi hanno confermato che stavate facendo le scelte giuste?

Diego: Disco direi per l’attitudine, per la mia crescita e sviluppo di suono direi Psychocandy dei Jesus and Mary Chain, mentre live direi Black Rebel Motorcycle Club, quelli del tour di Howl, quello più acustico che hanno fatto.

Psychocandy scoperto quando?

Diego: Per mai ignoranza scoperto tardi quando già suonavo, un tipo venne al banchetto post-concerto e mi disse che quello che suonavo gli ricordava i Jesus & Mary Chain, quindi andai subito al negozio a comprare il disco!

C’era già un contatto inconscio, grande! Matteo?

Matteo: Io direi che il disco che mi ha iniziato un po’ è stato Mellon Collie & the Infinitive Sadness degli Smashing Pumpkins mentre il concerto è stato quello della riunione di Iggy Pop & the Stooges a Torino.

Antonio: Guarda, io davvero, credo che uno degli album che mi ha smosso di più quand’ero ragazzino è stato Attività-divergenze fra il Compagno Togliatti e noi dei CCCP

Beh, scelta storica! Da ragazzino quindi eri ancora giovincello?

Antonio: Sì, calcola che ho iniziato ad undici anni a suonare la batteria quindi è stata sempre un po’ parte della mia vita! Sul concerto faccio veramente fatica a dirti qualcosa,

Magari non è ancora arrivato!

Antonio: È che ne ho visti veramente tanto, forse i Rage Against The Machine a Modena! Credo fosse circa una quindicina di anni fa..comunque sicuramente mi pentirò di questa scelta ed a breve avrei cambiato idea! Mettimi anche Lou Reed a Pistoia Blues, lì ci ho proprio pianto….

Curiosamente nell’ultimo mese ho ascoltato due dischi “gravati” dal racconto di una persona in difficoltà rispetto a delle azioni o delle possibilità che potrebbero disequilibrare il mondo per come lo conosciamo. Oltre al vostro omonimo album l’altro citato è Polar Code di Lia Bosch.
Che tipo di vissuto credete possa provocare un corredo del genere all’ascolto del disco? Gli ascoltatori credete raccolgano questa tematica oltre alla musica? Come vorreste venisse preso questo vostro lavoro?

Beh, diciamo che abbiamo lavorato molto sui testi. Mi piacerebbe passasse una buona mezz’ora di musica ma vorrei che il messaggio, che è quello di prendere la propria vita in mano senza lasciarsi indietro rimpianti, dicendo ok, facciamo qualcosa, è ora di far qualcosa. Sarebbe bello servisse a smuovere l’ascoltatore a prendere in mano la propria vita nelle cose che non ha mai avuto il coraggio di fare o ha sempre procrastinato. Anche nelle piccole cose, ma il far qualcoa per loro stessi. Apposta abbiamo voluto stampare i testi.

Quella è sempre una cosa molto utile, che spesso si tende a disperderli ed a darli per scontato quando invece possono essere fondamentali.

Proprio perché ci crediamo veramente tanto nei testi; nella musica anche ma nei testi proprio tanto in questo album, per cui abbiamo voluto fare un lavoro senza lasciare al caso nulla.

Il suono, soprattutto quello della batteria, è qualcosa di fenomenale. Non sembra il 2024, non potremmo essere a Glasgow o New York ma di sicuro non a Treviso. Com’ê stato il lavoro con Edoardo Pellizzari? Quando siete entrati in album avevate già un’ossatura dei brani?

Tieni presente che Edorado lo conosciamo bene ed in studio è sempre stato una persona molto stimolante, non si limita soltanto a premere REC a testa bassa. C’è stato anche un lavoro con lui per arrivare al mix giusto grazie alle sue grandi competenze. Non volevamo che fosse un album con un suono x come duecento milioni di altri dischi, volevamo al contrario dare un ‘anima, a tutti gli strumenti, quindi il lavoro è stato proprio quello di ricercare un suono che fosse rappresentativo per poi lavorare in quel quadro.

Avevate dei riferimenti stilistici in questo senso? Con che idea siete arrivati in studio?

Difficile spiegarlo, anche perché alcune parti le abbiamo registrate in casa in autonomia, chitarre, bassi e synth. Da Edoardo principlamente abbiamo registrato la batteria e le voci, facendo dopo il lavoro di mix. Registrando la batteria con lui ha piazzato i microfoni talmente bene da poter poi sperimentare in seconda battuta coi suoni.
Avendo già registrato lui i Kill Your Boyfriends negli ultimi due anni forse siamo riusciti ad intenderci sin da subito tramite i promo che gli avevamo spedito. Siamo soliti portagli dei provini già al 60-70% delle canzoni. C’è lo scheletro e l’intenzione diciamo.

A livello di pubblico come vi muovete? Credete ci sia un ricambio generazionale? Sempre le stesse facce?

Diciamo che il tutto è variegato, andiamo dai 18enni ma anche signori di 60 o 70, ed all’estero è ancora diverso, conun taglio molto più ampio. In Italia invece la forbice si stringe molto ed è più settoriale dove la media dipende molto fra serata e serata. Comunque direi che abbiamo un pubbblico molto variegato, un signore di 60-70 ci ha incontrato e gli abbiamo detto che avrebbe ascoltato della psichedelia è andato in brodo di giuggiole raggiungendoci poi al concerto!
Comunque ci sono diversi giovani che si approcciano allo shoegaze e che suonano, così anche ai live.
Sono periodi cilici, che vanno e vengono, come sempre.

Cosa vi scuote, cosa vi sfriccica oggi? Che si ascolta di bello in casa Cosmic Room 99?

Io mi sono divertito tantissimo al concerto degli IDLES a Padova, con una bella sinergia fra pubblico e band! Poi i Fountaines DC sempre a Padova.

Programmi futuri come Cosmic Room 99? Con che tipo di velocità componete e quali sono i progetti per il 2025 ed oltre, Bob Cohen permettendo?

Certamente! Stiamo già imbastendo idee per il nuovo album, cerchiamo di non fermarci mai e di stare attivi!
Siamo veneti, dobbiamo lavorare! Stiamo scrivendo materiale per entrambi i progetti e ci sarà sicuramente di cui ascoltare al più presto.

Grazie mille!!