Arriviamo giusto in tempo all'ultima data disponibile nel continente australiano per vedere i Nadja, che hanno accompagnato i Dead Meadow per questo loro tour downunder aggiungendo date qua e là, tanto da suonare praticamente tutte le sere, come ogni vero gruppo americano "on the road": contate che sarà la quarta/quinta sera almeno in cui suonano a Melbourne nel giro di due settimane; nonostante ciò alla serata presenziano almeno un'ottantina di persone, forse richiamate anche dai tre gruppi di supporto locali e non… a casa nostra penso che una cosa del genere non sia neanche lontanamente immaginabile.
Purtroppo siamo in ritardo causa serata al pub (qualche concessione alle abitudini sociali degli australiani dobbiamo pur farla…) e al nostro arrivo siamo in tempo solo per ascoltare l'ultimo brano dei Whitehorse, che sembrano molto più veloci e aggressivi rispetto ai loro esordi più in tema "doom" e la miscela di noise e hardcore fa letteralmente tremare le pareti del locale, senz'altro un muro del suono che ci piacerebbe rivedere in azione; per la cronaca nella band militano tra gli altri Mark Groves (in Collapsed Toilet Vietnam, Dead Boomers e mille altri, oltre che "socio" dell'etichetta Sabbatical) e Peter Hyde (anche lui in Collapsed Toilet Vietnam e mille altri, oltre che gestore della bella etichetta Sweat Lung). Rapidamente si piazzano sul palco Aidan Baker e compagna cominciando a suonare il loro shoegaze-noise dilatato con l'aiuto di campioni di batteria; il nostro alla chitarra ed effetti si prodiga con la consueta maestria e la bassista ha sempre un volume un po' troppo alto per i miei gusti ma è molto più "in palla" rispetto a sei mesi fa: mi sembra infatti che i lunghi tour abbiano aiutato l'affiatamento della band e soprattutto le qualità di lei, dato che a differenza del concerto genovese da parte sua non emergono sbavature e anche la lunghezza dello show è più calibrata, evitando il pericolosissimo "effetto noia" che l'altra volta aveva fatto una strage. Menzione per il locale davvero perfetto in acustica prima di tutto, ma anche dal punto di vista funzionale con divanetti e sedie comodissimi e luci basse nei punti giusti… e queste cose aiutano molto in questo tipo di concerti "ambientali".