My Dear Killer/Rella The Woodcutter – Split 7″ (Boring Machines, 2011)

Altro bel dischetto che si confà a questa stagione fredda e nebbiosa (benché, ufficialmente, sia uscito addirittura a Ferragosto). A dividerselo sono My Dear Killer, che torna su Boring Machines a cinque anni dal CD Clinical Shyness e Rella The Woodcutter, che vi approda oggi, inaugurando una serie che vedrà a breve distanza un EP in solitaria e un album.
Il suo lato inizia nel caos di urla e percussioni impazzite, ma si indirizza ben presto verso uno folk-blues di sola chitarra e voce, umori nettamente yankee con qualche spruzzata di Syd Barrett. Due i pezzi, Jewelry Breast e The Beauty Of Changing, scarni e malinconici, che ci arrivano attraverso una registrazione sporca che evoca atmosfere da blues agricolo concepito fra le due guerre mondiali. Di buon livello, ma senza toccare le altezze di cui sappiano essere capace Rella, specie dal vivo. Di assoluta eccellenza è invece il lato di My Dear Killer: le sue precedenti uscite non mi avevano colpito in particolare, qui invece, pur non variando troppo le coordiante, sfodera un brano dove una voce dolente si accompagna con le note ossessive di una chitarra acustica che limita a stento un rumore di fondo insistente e quasi fastidioso. L’accostamento fra drone e psych folk non è nuovo, anzi, il rischio banalità è dietro l’angolo, ma Glass Glow trasuda malessere vero che non può lasciare indifferenti. Sarà un lungo inverno, ma lo iniziamo in buona compagnia.