[mumble]³ – S/T (Autoprodotto, 2010)

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Mumble Mumble Mumble (così si legge il nome [mumble]³ ) arrivano in tandem da Torino, ancora una volta basso/batteria senza voce. Il disco, registra in presa diretta, è diviso in due parti, la prima con quattro pezzi "veri e propri" (così li definiscono loro), la seconda con tre improvvisazione e vede al missaggio e mastering il leggendario Tino Paratore, che i reduci ella scena HC sabauda (e non solo) conosceranno certamente.
Non è una bella cosa da dire di un gruppo con un nome così cerebrale, ma le tracce più pensate sono di gran lunga le meno interessanti. Saranno forse i titolo massonici a portare sfiga, ma P1, P2, P3, P4 non vanno al di là del solito basso ultradistorto alla Zu e batteri ipercinetica, con pezzi compressi in tempi piuttosto brevi. Non che siano malfatti, ma di queste cose francamente non se ne può più e non da oggi. Tutto si ribalta nei successivi tre pezzi, forse anche grazie all'ingresso di un polirumorista che si cimenta con voce, bottiglie vuote, tubi corrugati flessibili: pur conservando l'attitudine lo-fi e la ruvidità di fondo, i volumi si abbassano e i tempi dilatano. In A1 un basso gorgogliante su un tappeto di piatti vibranti va alla ricerca dei giusti giri, come un vecchi motore che fatica ad avviarsi; la batteria sembra assecondarlo per un breve tratto e si ha l'impressione che possa venire fuori qualcosa di strutturato, ma è un fuoco di paglia. Si chiude con un nulla di fatto, ma l'intelligente orchestrazione del pathos tiene vivo l'interesse fino alla fine. T1 è un pezzo più dritto e tutto sommato interlocutorio che fa da apripista al blues scarno e notturno di A2, la vera perla del disco. Un basso pulito ma che di tanto in tanto sale fin quasi ai limiti della saturazione, battiti e suono come di maracas metalliche (?!), voce che intona una melodia disturbata per poi farsi sussurro quando la canzone si rarefà ulteriormente, con un accenno di percussioni discontinue e solo le quattro corde a tenere la rotta. A mio modo di vedere è decisamente questo il percorso più produttivo per il gruppo. "Improvvisare, adattarsi e raggiungere l'obiettivo", direbbe Gunny Highway.